Mina è sicuramente una delle cantanti più amate di sempre, ecco perché scelse di dedicare un disco al padre Giuseppe Mazzini
Mina e suo padre Giacomo Mazzini fondarono a Lugano la loro etichetta privata nel 1967, la PDU.
Una scelta coraggiosa e in un certo senso ribelle, così da poter aver pieno controllo sulla propria attività artistica senza aver influenze da parte delle case discografiche.
Mina è sempre stata un’artista eclettica, con tanta voglia di cambiare e sperimentare nuovi modi di fare musica.
Per questo i primi dischi pubblicati con l’etichetta creata insieme al padre abbandonano il sound modaiolo dei primi dischi e si avvicinano a un genere più ricercato, creando dei veri e propri capolavori dal punto di vista musicale.
Non si può dire lo stesso dal punto di vista delle vendite: il cambio radicale rispetto ai primi dischi non piacque molto al pubblico.
Il primo disco con la nuova etichetta, dodicesimo in carriera, si intitola proprio Dedicato a mio padre.
Nel nuovo album Mina continua a percorrere la strada iniziata con Mina e Mina 2, rispettivamente del 1964 e 1966.
In questi album l’Ugola d’oro propone inediti brani inediti, dei quali la maggior parte sono cover di canzoni italiane e straniere che abbiano scosso in qualche modo la sua “sensibilità personale”.
Il dodicesimo disco di Mina, Dedicato a mio padre, uscì per la prima volta nel 1969 e in seconda rispanda nel 19970.
Tutti i brani presenti nel disco sono stati arrangianti da Augusto Martelli che diresse anche l’orchestra. Tuttavia il maestro in uno dei brani, Lazy River, si firmò Bob Mitchell.
La stessa cosa nella raccolta Mina For You, dove Martelli si firmò Jonny Guitar.
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