Oggi concludiamo parlando del capitano Edward Smith interpretato da Bernard Hill, orgoglioso comandante che ha deciso di rimanere a bordo sino alla fine.
Anche se, in realtĂ , non è chiaro come morĂŹ, in quanto alcuni dichiararono di averlo visto in mare con un salvagente, altri di averlo notato travolto dallâacqua mentre si trovava sul ponte principale.
In ogni caso, fu lui a dare ordine allâorchestra di suonare mentre la nave andava a fondo, per calmare i passeggeri.
Si era costruito una reputazione come uno dei comandanti di navi piĂš esperti al mondo e cosĂŹ fu chiamato per prendere il comando dellâRMS Olympic, la nuova nave piĂš grande al mondo. Il viaggio da Liverpool a New York si concluse con successo il 21 giugno 1911, anche se attraccando la nave fece un piccolo incidente.
Quando prese il timone del RMS Titanic, in partenza da Southampton per il viaggio inaugurale (10 aprile 1912), la nave era il piĂš grande oggetto semovente del mondo. Alcuni quotidiani dellâepoca sostenevano che il comandante Smith volesse ritirarsi proprio alla fine di questo viaggio; altri sostenevano che volesse continuare a tenere il comando.
Alle 23:40 ci fu la fatale collisione con lâiceberg. Nelle restanti due ore e mezza, Smith si prodigò nelle operazioni di salvataggio assegnando le varie operazioni a ciascun ufficiale. Fece dapprima scandagliare la nave dal maestro dâascia e dal capo costruttore, Thomas Andrews. Poi si recò due volte personalmente in sala radio consegnando ai marconisti il messaggio di soccorso.
Tornò poi dopo qualche tempo per informarli che la sala macchine era allagata e che le dinamo non avrebbero funzionato ancora per molto. Ordinò anche al 4° ufficiale Boxhall di segnalare con la lampada morse un messaggio in direzione di una nave misteriosa (il Californian), le cui luci si intravvedevano a circa 10 miglia di distanza, ma senza alcun risultato.
Secondo Robert Ballard (il geologo che ritrovò il relitto nel 1985), la sua figura apparve âcuriosamente passivaâ negli istanti che precedettero lâaffondamento della nave. Le scialuppe erano state tutte ammainate tranne le gonfiabili âEngelhardtâ e ormai non câera altro da fare.
Smith passò al âSi salvi chi puòâ liberando lâequipaggio dal suo lavoro e da quel momento seguĂŹ il destino della nave insieme ad altre 1.500 persone. Il suo corpo non fu mai ritrovato.
Come giĂ detto in precedenza, non è chiaro come morĂŹ. Oltre alle summenzionate teorie dei sopravvissuti, ci furono alcuni che dissero di averlo visto accompagnare un bambino in una scialuppa e sostennero che, rifiutandosi di salire, il comandante si sarebbe allontanato dicendo: âAddio gente, seguirò la mia nave!â.
Nel libro di Robert Ballard, Return to Titanic, è scritto che Smith salÏ in plancia ad attendere che si compisse il suo destino. Questa versione è quella visibile in Titanic di James Cameron.
Invece, Walter Lord, nel suo libro Una notte da ricordare, sostiene che Smith morĂŹ in acqua dopo aver incoraggiato i naufraghi a resistere allâassideramento.
Comunque, sempre come giĂ esternato, lâultimo ordine impartito fu quello relativo alla musica che lâorchestra avrebbe dovuto suonare durante gli ultimi istanti. Secondo alcuni sembra che avesse ordinato di eseguire Londonderry Air, secondo altri Nearer, My God, to Thee.
Questo articolo è stato modificato: 10 Agosto 2016 11:01
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