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I personaggi realmente esistiti di “Titanic” – parte 7

 

titanic-movie-screencaps.com rose suicidetitanic-movie-screencaps.com rose suicideNei giorni scorsi abbiamo dato uno sguardo (parte 1; parte 2; parte 3parte 4parte 5; parte 6) ai personaggi realmente esistiti tra quelli visti in Titanic, il kolossal diretto nel 1997 da James Cameron e che, oltre ad emozionare milioni di spettatori in tutto il mondo con la sua storia d’amore tra i Jack Dawson e Rose De Witt Bukater interpretati da Leonardo di Caprio e Kate Winslet, si è aggiudicato ben undici premi Oscar.

Oggi concludiamo parlando del capitano Edward Smith interpretato da Bernard Hill, orgoglioso comandante che ha deciso di rimanere a bordo sino alla fine.

Edward_J._SmithEdward_J._Smith

Anche se, in realtà, non è chiaro come morì, in quanto alcuni dichiararono di averlo visto in mare con un salvagente, altri di averlo notato travolto dall’acqua mentre si trovava sul ponte principale.

In ogni caso, fu lui a dare ordine all’orchestra di suonare mentre la nave andava a fondo, per calmare i passeggeri.

Si era costruito una reputazione come uno dei comandanti di navi più esperti al mondo e così fu chiamato per prendere il comando dell’RMS Olympic, la nuova nave più grande al mondo. Il viaggio da Liverpool a New York si concluse con successo il 21 giugno 1911, anche se attraccando la nave fece un piccolo incidente.

Quando prese il timone del RMS Titanic, in partenza da Southampton per il viaggio inaugurale (10 aprile 1912), la nave era il piĂą grande oggetto semovente del mondo. Alcuni quotidiani dell’epoca sostenevano che il comandante Smith volesse ritirarsi proprio alla fine di questo viaggio; altri sostenevano che volesse continuare a tenere il comando.

Alle 23:40 ci fu la fatale collisione con l’iceberg. Nelle restanti due ore e mezza, Smith si prodigò nelle operazioni di salvataggio assegnando le varie operazioni a ciascun ufficiale. Fece dapprima scandagliare la nave dal maestro d’ascia e dal capo costruttore, Thomas Andrews. Poi si recò due volte personalmente in sala radio consegnando ai marconisti il messaggio di soccorso.

Tornò poi dopo qualche tempo per informarli che la sala macchine era allagata e che le dinamo non avrebbero funzionato ancora per molto. Ordinò anche al 4° ufficiale Boxhall di segnalare con la lampada morse un messaggio in direzione di una nave misteriosa (il Californian), le cui luci si intravvedevano a circa 10 miglia di distanza, ma senza alcun risultato.

Secondo Robert Ballard (il geologo che ritrovò il relitto nel 1985), la sua figura apparve “curiosamente passiva” negli istanti che precedettero l’affondamento della nave. Le scialuppe erano state tutte ammainate tranne le gonfiabili “Engelhardt” e ormai non c’era altro da fare.

Smith passò al “Si salvi chi può“ liberando l’equipaggio dal suo lavoro e da quel momento seguì il destino della nave insieme ad altre 1.500 persone. Il suo corpo non fu mai ritrovato.

Come giĂ  detto in precedenza, non è chiaro come morì. Oltre alle summenzionate teorie dei sopravvissuti, ci furono alcuni che dissero di averlo visto accompagnare un bambino in una scialuppa e sostennero che, rifiutandosi di salire, il comandante si sarebbe allontanato dicendo: “Addio gente, seguirò la mia nave!“.

Nel libro di Robert Ballard, Return to Titanic, è scritto che Smith salì in plancia ad attendere che si compisse il suo destino. Questa versione è quella visibile in Titanic di James Cameron.

Invece, Walter Lord, nel suo libro Una notte da ricordare, sostiene che Smith morì in acqua dopo aver incoraggiato i naufraghi a resistere all’assideramento.

Comunque, sempre come giĂ  esternato, l’ultimo ordine impartito fu quello relativo alla musica che l’orchestra avrebbe dovuto suonare durante gli ultimi istanti. Secondo alcuni sembra che avesse ordinato di eseguire Londonderry Air, secondo altri Nearer, My God, to Thee.

 

Questo articolo è stato modificato: 10 Agosto 2016 11:01

Pubblicato da
Francesco

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