Recensioni: ‘Biancaneve’, il classico rivisitato!

Il connubio cinematografico tra un regista visionario come Tarsem Singh e una delle più conosciute fiabe di ogni tempo aveva sicuramente i presupposti per essere un film quantomeno interessante dal punto di vista visuale. Purtroppo il risultato finale non ha dato i frutti sperati. Certo ci sono sicuramente degli elementi interessanti, ad esempio alcune  scelte apprezzabili e piuttosto coraggiose, come inserire alcune varianti prese da versioni antecedenti a quella ufficiale dei fratelli Grimm, ad esempio i nani non sono dei minatori ma sono dei briganti e forse questa è l’idea più riuscita di tutto il film. La scelta poi di prendere una direzione più ironica e grottesca rispetto alla fiaba classica poteva essere una bella idea ma non è stata sviluppata pienamente. Sembra quasi che ci fosse una certa paura nello spingere eccessivamente verso questa caratteristica. In questo modo le battute e i vari siparietti comici non divertono, inoltre viene completamente eliminata la vena orrorifica che è una delle principali caratteristiche della fiaba originale e di molte fiabe classiche. Per quanto poi sia stata interessante l’idea di affidare il ruolo della Regina Cattiva ad un’attrice come Julia Roberts che comunque dà una buona interpretazione, il personaggio è poco credibile nella sua cattiveria e fa più volte la figura della stupida, facendosi irridere persino dallo specchio magico (che stranamente diventa, più che un mezzo nelle mani della regina, il vero personaggio Malvagio). Il principe risulta addirittura irritante, l’aiutante della regina è un’improbabile spalla comica, mentre la giovane Lily Collins è forse l’unica, insieme ai nani, calata nella parte, ed è quindi perfetta nelle vesti di Biancaneve, anche e soprattutto in questa versione più combattiva e risoluta.

Quello che poi è sempre stato il grande pregio di Tarsem anche nei suoi film meno riusciti è la sua visionarietà, la sua capacità di costruire immagini affascinanti e originali, di passare il mondo attraverso uno specchio deformante e fantastico; è riuscito a farlo in tutti i suoi film, dal non completamente riuscito The Cell, che però aveva appunto nelle scene oniriche il suo punto di forza, al più recente The Fall e anche allo stesso Immortals, che per quanto abbia molti difetti spicca comunque per potenza visuale ed evocativa. Invece in questo film non è assolutamente presente questa particolarità, in quanto, a parte una scelta interessante di costumi e di colori non si riesce assolutamente a cogliere il solito taglio fiabesco e visionario del regista. Peccato, perchè l’inizio del film prometteva bene, con questo breve antefatto in animazione molto interessante e visivamente affascinante. Molto divertente e colorato anche il balletto in stile bolliwood all’inizio dei titoli di coda. E’ interessante anche l’idea di ribaltare gli elementi della storia e decidere che sia Biancaneve a salvare il Principe dall’incantesimo e non viceversa, e che alla fine lei non morda la mela avvelenata rifiutandola. Quest’ultima scelta narrativa potrebbe stare a significare il simbolo della decisione del regista di discostarsi dalla trama originale, prendendo l’emblema stesso della fiaba di Biancaneve e ribaltandone l’esito.

In conclusione, alla fine del film, si rimane con l’amaro in bocca, e con la sensazione di aver assistito ad una pellicola con un enorme potenziale che purtroppo non è stato sfruttato. Rimane molto meglio la pellicola di Disney, con quelle immagini quasi espressioniste che all’epoca spaventarono tanti bambini. Ma questo hanno sempre fatto le fiabe anche nella tradizione orale, divertivano e spaventavano e nello stesso tempo insegnavano ai bambini la differenza tra il bene e il male, tra la vita e la morte.

 

Dario Pittaluga

Impostazioni privacy