Carlo Alberto Dalla Chiesa, 39 anni fa la morte nella strage di Palermo

Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale e prefetto italiano moriva 39 anni nella strage di Palermo: oggi il suo ricordo.

Carlo Alberto Dalla Chiesa
Getty Images

Sono passati trentanove anni da quel 3 Settembre 1982, quando ventiquattro giorni prima del suo compleanno in Via Carini a Palermo, ma sua auto guidata dalla seconda moglie Emanuela venne affiancata da una BMW da cui partirono i colpi che causarono la loro morte.

Insieme a loro perse la vita anche l’agente di scorta Domenico Russo, morto dodici giorni dopo il ospedale a Palermo che si trovava sulla seconda macchina insieme all’autista.

Di quel giorno restano ancora i ricordi di chi lo ha vissuto e di chi lo ha saputo soltanto studiando la storia, oggi a ricordarlo anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Carlo Alberto Dalla Chiesa, con la sua morte, la mafia dichiara guerra allo Stato

Carlo Alberto Dalla Chiesa nella sua ultima intervista affidata a Giorgio Bocca aveva ammesso: “un uomo viene colpito quando viene lasciato solo”.

Uno sfogo davvero forte il suo che è sembrato essere ancora più pesante quando poco dopo, quella maledetta notte del 3 Settembre il Generale e Prefetto italiano ha trovato la morte insieme alla sua seconda moglie. L’arma usata, ovvero il kalashnikov ha destato molto sgomento poichè era una vera arma da guerra.

Nel 1982 il suo ruolo, già di alto livello, diventò ancora più prestigioso con la nomina a Prefetto di Palermo con l’incarico di contrastare Cosa Nostra, come aveva fatto anche con il terrorismo. “Non guarderò in faccia nessuno” queste le sue parole una volta ottenuta la nomina.

Per i tre omicidi sono stati condannati all’ergastolo come mandanti i vertici di Cosa nostra ovvero: Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. Ma non è tutto, alcuni anni dopo sono arrivate anche le condanne degli esecutori materiali, ovvero: Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia all’ergastolo, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci a 14 anni di reclusione.

Da anni la stessa figlia Rita Dalla Chiesa, volto noto della televisione, si batte affinché i tanti misteri intorno alla morte del padre vengano risolti.

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Una curiosità: nei momento successivi alla strage, cosi come riporta la Nazione, pare che qualcuno riuscì ad entrare nella casa di Dalla Chiesa con la scusa di cercare delle lenzuola per coprire i cadaveri: in realtà il tutto è stato fatto per portare via dei documenti che il Prefetto teneva nella sua cassaforte, tra di loro anche il dossier sul caso Moro. Quando i magistrati l’aprirono, non trovarono più nulla.

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