“L’intelligence nell’anno del Covid”, ESCLUSIVA Mario Caligiuri: “Occorre affinare lo sguardo”

In esclusiva ai nostri microfoni, Mario Caligiuri ha parlato del suo nuovo libro “L’intelligence nell’anno del Covid”.

Il suo libro a che pubblico è indirizzato?

A chi vuole capire quello che realmente sta accadendo. La realtà’ e’ sempre davanti agli occhi di tutti ma occorre la capacità di guardare e non solo di vedere. Occorre affinare lo sguardo, unendo i punti.

Approfondisce un argomento molto delicato, ma arriva a tutti.

Impossibile. Il 75 per cento dei nostri connazionali non comprendere una semplice frase in italiano.

L’intelligence dagli appassionati di cinema viene vista come un modo di investigare molto tecnologico, cos’è in realtà?

Le tecnologie sono fondamentali ma l’intelligence rappresenta la forma più raffinata di intelligenza umana perchè consente di andare oltre le apparenze. Non a caso i servizi israeliani stanno assumendo contemporaneamente hacker, che raccolgono informazioni nei recessi più reconditi della rete, e laureati in filosofia, che le interpretano.

Noi ci occupiamo di spettacolo e cinema nello specifico, ha mai visto un film che si avvicina al suo lavoro?

In una qualche misura, “I tre giorni del condor”, con un gigantesco Robert Redford.

Si parla anche di Sean Connery nel suo libro, perché?

È un’icona dei film di spionaggio e non solo per essere stato il più convincente James Bond ma anche per avere interpretato altri personaggi straordinari come Guglielmo da Baskerville ne “Il nome della rosa”, dove dimostra una straordinaria capacità di unire i punti.

Mario Caligiuri ama il cinema e le serie tv? Se sì ci faccia qualche titolo.

Tantissimi film, tra questi “Napoli Velata” del magico Ferzan Özpetek, “Il fantastico mondo di Amelie” con una sognante Audrey Tatou , “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Tra le serie, sempre paolo sorrentino con “The young pope” e, quando ero adolescente, “le avventure di Arsenio Lupin” erano imperdibili.

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