“Taliani!” ESCLUSIVA Fabio Negro: “Can Yaman nuovo Sandokan? Sono titubante”

Intervenuto ai nostri microfoni, Fabio Negro ci ha presentato “Taliani! Marinai, avventurieri ed esploratori nell’opera di Emilio Salgari”.

Se dovesse parlare di cinema legato alla figura di Emilio Salgari cosa ci direbbe?

Cinema e Televisione si sono occupati a molte volte dell’opera salgariana. Non poteva essere diversamente: è universalmente riconosciuta la dinamicità della scrittura di Emilio Salgari, tanto che i suoi romanzi appaiono come canovacci per il teatro o per il grande schermo.

Personalmente ritengo, per quanto modesti e casalinghi, abbastanza godibili i tentativi fatti negli anni ’40 dai registi italiani (“I Pirati della Malesia” , Enrico Guazzoni, 1941 e “Le Due Tigri”, Giorgio Simonelli, 1941); considero poi un periodo piuttosto “buio” il ventennio ’50-’60 (vari film firmati da Soldati, Lenzi, Sequi, Capuano).

Il capolavoro della cinematografia salgariana è ovviamente lo sceneggiato RAI del 1976 “Sandokan”, diretto da Sergio Sollima, (ma cito anche “Il Corsaro Nero”, dello stesso regista e forse ancora più fedele all’opera originale): lo si può amare o no, ma credo sia obbiettivo dichiarare come fino ad oggi sia il miglior prodotto salgariano che la settima arte abbia realizzato.

Per il futuro auspico una riscoperta, magari da parte di Hollywood dell’opera salgariana. Ci sono 85 romanzi e più di cento novelle pronte all’uso, che attendono solo un regista e un produttore coraggiosi. Sono convinto che il cinema moderno possa regalarci gradevoli sorprese.

Sono titubante per la nuova serie che vedrà come protagonista Can Yaman. Niente contro l’attore, per carità, ma le premesse che sono state pubblicate finora, con il dichiarato proposito di “interpretare in chiave moderna” e di discostarsi in qualche modo dall’opera originale, mi fanno sudare freddo.

Si rischia di tornare indietro di decenni, e di creare un “Sandokan supereroe”, dimenticando tutto ciò che invece questo personaggio rappresenta.

sandokan

Ha mai pensato di poter trarre un film dal suo libro?

Non nascondo che mi piacerebbe. Ma non da questo, è chiaro, che è un saggio. Magari da “La Perla di Labuan”, che ho scritto nel 2014 e che fa da traino alle vicende raccontate da Emilio Salgari ne “Le Tigri di Mompracem”

Quali sono le fonti che l’hanno ispirata per il suo libro?

Non parlerei di ispirazione. Ma di intuizione prima e di consultazione poi. Per un lavoro di analisi storica è imprescindibile consultare fonti coeve all’autore e che con buona probabilità possono considerarsi come effettivamente utilizzate.

E’ stato divertente dunque sfogliare le pagine, ad esempio de “Il Giornale Illustrato delle Avventure di Terra e di Mare” un settimanale edito da Treves che raccoglieva notizie da tutto il mondo.

Per lo studio di determinati personaggi poi, la ricerca si è dovuta ovviamente allargare nello spazio (fino agli archivi matrimoniali dello Stato della California) e nel tempo (come per il Corsaro Nero, per cui ho consultato migliaia di pagine della genealogia della Real Casa di Savoia).

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