“Un sogno chiamato Roma”, ESCLUSIVA Romolo Buffoni: “La mia opera come un film”

Romolo Buffoni, giornalista de Il Messaggero, ai nostri microfoni in esclusiva per presentare il suo ultimo libro “Un sogno chiamato Roma.”

Finzione e racconto reale si mescolano spesso anche nel cinema, come è nata questa idea?

”Le stagioni calcistiche somigliano a lungometraggi. Non a caso, in sede di racconto, si usa l’espressione ‘film del campionato’. Ci sono una trama, protagonisti, antagonisti, finali lieti e altri disastrosi. A differenza del film cinematografico, però, qui ogni tifoseria vede un film diverso, cioè da diversi punti di vista. E, spesso, i tifosi finiscono dentro al film. Come Riccardo, il protagonista della mia storia, finisce in quello della Roma”

Pensa che da questa opera si possa arrivare a un film?

”Sì, assolutamente. Con le tecnologie odierne è meno complicato riprodurre le scene da stadio, tant’è vero che si stanno moltiplicando film e serie sul calcio che un tempo risultavano vuoti, banali, per l’impossibilità di riprodurre in qualche modo la partita”

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Totti (Getty Images)

Impossibile non chiederle qualcosa della nuova serie Sky “Speravo de morì prima”, che ne pensa?

”Che quello striscione geniale apparso allo stadio nel giorno dell’addio di Totti è stato capace di riassumere lo stato d’animo di tutti i romanisti. Fu un funerale a un super eroe che si spogliava del suo splendido costume per prendere posto fra la gente comune. Impossibile non commuoversi e so per certo che è capitato a tanta gente non tifosa della Roma e tantomeno di Totti. La serie la vedrò, sono convinto che sarà divertente ma anche che non sarà paragonabile a quanto visto nella realtà”

Il suo libro lo vede più come film o come serie tv?

”Per ora mi accontento di vederlo stampato nero su bianco. Anzi, giallo su rosso”.

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