Deborah moglie Gianfranco Franciosi, amare un infiltrato: vita in pericolo

Si chiama Deborah la moglie di Gianfranco Franciosi, civile infiltrato dalla polizia per un’importante indagine. Ecco la sua storia.

Gli orologi del diavolo
Gli orologi del diavolo

La storia di Deborah la moglie di Gianfranco Franciosi ha davvero dell’incredibile, e racconta un grande e immenso amore che supera tutte le difficoltà. Gianfranco infatti è noto per essere stato il primo civile ad essere stato inserito dalla polizia come infiltrato per alcune indagini che si stavano facendo su un traffico di droga. Questa sera in onda su Rai 1 verrà trasmessa la miniserie Gli orologi del diavolo, incentrata proprio sulla storia di Franciosi.

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Deborah, l’amore nonostante tutto

Gli orologi del diavolo
Gli orologi del diavolo

Deborah è la moglie di Gianfranco Franciosi, l’uomo di cui questa sera si racconta la storia nella fiction Gli orologi del diavolo. La donna conosceva Gianfranco già quando erano molto giovani, circa 15 o 16 anni. I due si sono incontrati nuovamente invece in età adulta e da subito è scattato un sentimento. Purtroppo la ragazza non aveva la più pallida idea di cosa stesse nascondendo in realtà l’uomo e nonostante tanti sospetti e voci che circolavano sul suo conto, aveva comunque deciso di rimanere al suo fianco. Poi un breve allontanamento, poiché stanca di tutte le cose non dette e desiderosa di andare avanti con la sua vita. Questa viene frenata bruscamente da una violenza subita da parte del suo ex marito, che un giorno l’aveva quasi picchiata a morte.

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Da quel momento i due sono ritornati insieme e a quel punto Gianfranco ha deciso di dirle tutta la verità. La donna nonostante la pericolosità della storia ha puntato tutto sul suo amore, dando il giusto supporto al compagno e decidendo di stare sempre al suo fianco. Quando è arrivato al momento della conclusione della indagine, i due pensavano di poter ricostruire una vita insieme in tutta tranquillità, ma purtroppo l’incubo è proseguito. Il boss Aurelio infatti sfugge dal resto della polizia e i due devono subire la difficoltà di una vita sotto protezione. Esistenza impossibile, piena di menzogne e di cose non dette, che nessuno dei due voleva continuare a vivere. Ed è stato per questo che il 22 aprile 2013 entrambi sono arrivati alla decisione di ritornare nel paese d’origine, Bocca di Magra, e uscire dal programma di protezione, provvedendo da soli alla loro sicurezza.

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