Francesco fratello Giorgio Panariello, la morte e quel lutto difficile da accettare

Francesco era il fratello di Giorgio Panariello che è morto nel 2011. Sicuramente il loro rapporto è stato forte anche se è impossibile negare il dolore vissuto dai due.Giorgio Panariello ricordo doloroso

Questi ha sofferto di gravissimi problemi di tossicodipendenza che aveva portato i due anche ad avere delle forti discussioni. Nel tempo però avevano costruito uno splendido rapporto da fratelli. L’uomo morì quando aveva appena 50 anni, ritrovato senza vita in un’aiuola sul lungomare di Viareggio nella notte di Santo Stefano. In molti lo conoscevano anche come Franco. La morte era avvenuta per overdose. A trovarlo è stato un passante circa verso la mezzanotte. Sul braccio c’era il segno profondo di un ago e nelle tasche pochi soldi e i documenti. Subito sono stati chiamati i soccorsi, ma purtroppo non c’è stato niente da fare.

Francesco fratello Giorgio Panariello, un dolore incredibile

Giorgio Panariello Tale e Quale
Giorgio Panariello

È stato un dolore incredibile quello di Giorgio Panariello per la morte del fratello Francesco. L’attore è stato costretto a recarsi all’obitorio dell’ospedale Versilia a riconoscere la salma come racconta La Stampa nella sua versione online. Una formalità che è durata pochi minuti e che ha distrutto ulteriormente un uomo già costernato dal dolore. Tra i due ci fu un percorso abbastanza travagliato. Questo perché Francesco fu abbandonato a pochi mesi, visto che la mamma era troppo giovane per prendersi cura di lui. Finì subito in collegio con Giorgio invece affidato ai nonni materni. Rimase in un istituto per dodici anni con l’adozione arrivata poi per ridonargli il sorriso.

Quegli anni sono stati però impossibili da dimenticare. Lo stesso Franco aveva raccontato i suoi dolori spiegando che nemmeno l’affetto di una nuova famiglia, comunque presente, era riuscita a farlo uscire dalle difficoltà: “Un giorno mi scoprirono a rubare i loro soldi e così tolsero l’adozione e fui spedito in un collegio a Siena, ma anche lì durai poco perché rubai i soldi al preside. Fui ritenuto un caso con pochissime probabilità di recupero e mi portarono dai miei nonni al Cinquale”. In Versilia lui ebbe la possibilità di incontrare Giorgio e finalmente di riconciliarsi con lui.

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