Rischia la morte sul set, fan increduli per il racconto

Si potrebbero riempire interi manuali sulla sicurezza al lavoro, soprattutto se si tratta di cinema e di film d’azione.

Cinema
Sala di un cinema (Fonte: Pixabay)

Gli appassionati di cinema ricorderanno sicuramente con affetto Un tranquillo weekend di paura, il film d’avventura del 1972 diretto dal regista John Boorman con Burt Reynolds che racconta la storia di quattro amici che decidono di passare un fine settimana fuori città per immergersi nella natura; decidono di fare una spedizione in canoa sul fiume che si rivelerà molto più pericolosa di quanto avevano programmato. Anche questo film può vantare un grave incidente sul set, proprio ai danni del celebre Burt Reynolds. Vediamo cos’è successo

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Un tranquillo set di paura: l’incidente

Un tranquillo weekend di paura
Un tranquillo weekend di paura

Non sempre il totale spirito di abnegazione per il lavoro paga e Burt Reynolds ha dovuto impararlo a sue spese. Nel film c’è una famosa scena che fu quasi fatale per l’attore: quella in cui la canoa su cui il protagonista di trova viene attirata dalle cascate per precipitare poi nelle rapide fu girata con l’attore a bordo; la soluzione decisamente più sicura, sarebbe stata utilizzare un manichino per simulare l’incidente ma Reynolds voleva evitare che il manichino potesse compromettere il realismo della scena. Decise quindi, contro ogni buon senso e l’opinione del regista John Boorman, di salire sull’imbarcazione e recitare la scena fino in fondo.

Il risultato non fu certo dei migliori: Burt Reynolds si fratturò il coccige e riportò altre ferite, sbattendo un po’ ovunque nell’impatto. Fu subito ricoverato e in ospedale, dolorante e incuriosito, chiese al regista come fosse venuta la scena; la risposta fu esilarante: “sembrava di assistere ad un manichino che precipita“. Il gioco non valse la candela insomma e senza dubbio Burt Reynolds avrebbe dovuto dar retta al proprio regista, che senza ombra di dubbio sa come come girare una scena riuscendo a mascherare un manichino. La magra consolazione fu la candidatura agli Oscar per il film in tre categorie – anche se non riuscì a portarne a casa nemmeno uno.

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