Whitney Huston, una voce indimenticabile simbolo degli anni ‘80

Whitney Huston, la donna dai mille record. Ha fatto strada a molte cantanti di colore degli anni ’80, dominato le classifiche mondiali e ci ha regalato film e colonne sonore mozzafiato.

Whitney Huston
Whitney Huston (Getty Images)

Il suo enorme successo, per cui viene universalmente riconosciuta come una delle più iconiche e talentuose voci di tutti i tempi, le è anche valso il soprannome “The Voice” attribuitole dall’altrettanto iconica Oprah.

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Whitney Huston, una vita di successi

Whitney Huston
Whitney Huston (Getty Images)

La Huston esordì molto giovane, nel 1977 – all’età di 14 anni – come cantante di sostegno. Tuttavia non proseguì subito quella che poi fu una brillante carriera, in quanto per volontà della madre, la ragazza avrebbe prima dovuto finire gli studi. Considerate però le sue indiscusse abilità artistiche, i suoi genitori decisero di avviare la sua carriera dopo il diploma, nel 1981.
Contemporaneamente intraprese anche la carriera da modella, apparendo in copertina su dapprima Seventeen e poi sulle strafamose Glamour, Cosmopolitan e Vogue. Nel 1983, il manager della Arista Clive Davis vide la Huston cantare e le offrì un contratto di registrazione in tutto il mondo. Cantò come voce di e registrò il duetto Hold Me con Teddy Pendergrass, singolo che divenne una Top 5 hit, costituendo il suo primo grande successo.

Già con il suo album d’esordio – Whitney Huston del 1985 – diventa famosa in tutto il mondo; l’album entrò direttamente al numero 1 della classifica americana, restandoci per 14 settimane consecutive ed entrando nel Guinness dei Primati come l’album più venduto da un’esordiente.
Nel 1987 si esibisce anche al festival di Sanremo, allora condotto da Pippo Baudo; la cantante ottenne una standing ovation e le fu chiesto un bis – creando anche in questo un precedente raramente ripetuto dopo di lei.
Da allora i successi si susseguirono velocemente con successi come Where Do Broken Hearts Go e l’inno delle olimpiadi del 1988 One Moment in Time.

Nel 1992, esordisce anche al cinema, con Guardia del corpo, al fianco di Kevin Costner. Il brano, I Will Always Love You, – parte della colonna sonora e cover di un pezzo di Dolly Parton – ottiene un successo incredibile, vendendo circa 16 milioni di copie nel mondo, rimanendo di nuovo alla n. 1 negli Stati Uniti per 14 settimane consecutive. Arrivarono altri film; nel 1995 Donne – di cui cura anche la colonna sonora – e nel 1996 affianca Denzel Washington in Uno Sguardo dal Cielo.

Nel frattempo il suo percorso musicale prosegue indisturbato, sebbene l’inizio degli anni 2000 non le abbia portato grande fortuna. Dopo un divorzio e diversi problemi famigliari, la cantante muore nel 2012, in seguito ad un accatto cardiaco dovuto all’eccessivo consumo di droghe, farmaci e alcool. Problemi che erano iniziati dopo soli dieci anni dall’inizio della sua carriera. Nonostante l’iniziale immagine di brava ragazza, infatti, si rese evidente negli anni novanta un radicale cambiamento nel suo modo di comportarsi e di mostrarsi al pubblico.

Whitney, un’artista emulata da molti

Icona indiscussa degli anni ottanta e novanta, Whitney Huston è tra le artiste più emulate del panorama statunitense. Perfino in programmi come RuPaul’s Drag Race spesso vengono utilizzati i suoi pezzi per il lipsync battle e non mancano le imitazioni nel programma. Anche la Rai le farà un tributo questa sera nel programma Tale e Quale Show, grazie all’imitazione di Giulia Sol.

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