Katherine Johnson, chi è? Sfidò razzismo e sessismo: il grande esempio

Katherine Johnson è stato un personaggio importante per la lotta contro il razzismo e il sessismo. Scopriamo da vicino l’incredibile storia di questa donna.

Il diritto di contare
Il diritto di contare

Questa sera andrà in onda su Rai 1 il film Il diritto di contare che parlerà dell’incredibile storia di Katherine Johnson, e di altre donne come lei che si sono battute contro il razzismo.

Il film, uscito nel 2016 ed è stato diretto da Theodore Melfi e aveva subito riscosso un grandissimo successo.

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Tale pellicola infatti ha anche ricevuto quell’anno importanti riconoscimenti, come Golden Globe ma soprattutto la candidatura a tre premi Oscar tra cui quello come miglior film.

Katherine Johnson, rivoluzionando il volto della scienza

Il diritto di contare
Il diritto di contare

Katherine Johnson è stata una importantissima fisica, matematica e informatica statunitense, che riuscì nella sua straordinaria carriera a lavorare per la NASA.

Fin da quando era molto piccola aveva fatto capire ai genitori di avere uno straordinario talento negli studi e tanti sono stati i sacrifici per darle tutta l’istruzione possibile.

A 16 anni frequentò il West Virginia State College, cioè una università afroamericana, in cui frequentò vari corsi di matematica e fu appoggiata anche da alcuni docenti che addirittura aggiunsero dei corsi nuovi soltanto per lei.

Arrivò poi il grande momento quando si presentò alla NASA, dopo che questa aveva finalmente aperto le porte anche alle donne afroamericane, che poterono lavorare in dipartimento.

Qui lavorò con grande impegno, inizialmente eseguendo dei calcoli matematici e leggendo scatole nere degli aerei svolgendo alcune operazioni.

In seguito poi fu assegnata ad un team che si è occupava di ricerca di volo e che era tutto al maschile.

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Dal ’53 al ’58 ottenne il ruolo di calcolatrice in un programma di ricerca che studiava gli effetti del vento sugli aeromobili.

Fu poi ricollocata alla divisione Controllo di orientamento nel Flight Research a Langley e lavorò in un team tutto composto da donne afroamericane che furono discriminate per il loro colore della pelle e costrette a pranzare in luoghi diversi e ad usare anche bagni separati dai bianchi.

Fortunatamente poi questo pool fu smantellato e nel ’59 si occupò di studiare la traiettoria per il primo volo spaziale che aveva equipaggio e poi per la missione Mercury.

Tra gli altri lavori ci sono stati anche quelli in cui aveva studiato la traiettoria per la missione sulla luna dell’Apollo 11 e anche dell’Apollo 13.

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