Enzo Biagi partigiano, il suo impegno nella Seconda Guerra Mondiale

Il grande giornalista e conduttore televisivo Enzo Biagi nella sua vita ha avuto anche un passato da partigiano. Scopriamone insieme di più.

Enzo Biagi
Enzo Biagi

Enzo Biagi è ricordato da tutti per essere stato un grandissimo giornalista e conduttore televisivo, che ha affrontato nella sua gioventù i drammi della Seconda Guerra Mondiale, partecipandovi in veste di partigiano.

Biagi era nato il 9 agosto 1922 in provincia di Bologna e fin da giovanissimo aveva sviluppato un grandissimo amore per il giornalismo, iniziando la sua carriera quando aveva soltanto 17 anni.

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Fu proprio in quella data che iniziò la sua collaborazione con il giornale L’Avvenire d’Italia dove si occupava perlopiù di cronaca e faceva anche qualche intervista.

Nel 1940 invece iniziò a scrivere per il Carlino sera, che era un’edizione speciale e pomeridiana del quotidiano Il Resto del Carlino, uno dei principali giornali di Bologna.

In questo lavoro perlopiù pare fosse diventato un correttore di bozze e quindi si occupava di sistemare tutti gli articoli che venivano portati dai vari redattori.

Questa fu principalmente la sua vita, fino a quando non scoppiò la guerra fu anche chiamato alle armi, ma non vi poté partire perché aveva dei problemi al cuore.

Enzo Biagi, il passato da partigiano

Enzo Biagi
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Enzo Biagi ha raccontato della sua esperienza durante la Seconda Guerra Mondiale come partigiano anche in un libro dal titolo “I quattordici mesi. La mia Resistenza”, dove parlava appunto quei giorni che lui poi ricordò sempre e come tra i più importanti di tutta la sua esistenza.

L’uomo nel ’43 sposò la moglie Lucia Ghetti e poi a causa della guerra andò a rifugiarsi tra le montagne e lì aderì alla Resistenza e combatté al fianco delle brigate Giustizia e libertà che erano legate al Partito d’azione.

Subito Biagi si trovò d’accordo con tutti i programmi ed ideali portati avanti da questo movimento e ne prese con anima e cuore, anche se effettivamente pare che non combatté mai perché troppo fragile.

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Il suo compito però fu quello di occuparsi del giornale partigiano dal titolo Patrioti di cui in sostanza era il solo redattore presente che aveva il compito di informare riguardo a ciò che avveniva lungo la Linea gotica, la zona in cui i tedeschi stettero nell’Italia centro-settentrionale durante la Seconda Guerra Mondiale.

Purtroppo però il giornale duro pochissimo perché la redazione fu quasi subito distrutta proprio dal nemico tedesco.

Quando terminò la guerra fu proprio Biagi tra i primi che riuscì a rientrare a Bologna e annunciò alla radio della liberazione.

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