Baldur von Schirach, il nonno nazista dello scrittore de Il caso Collini

Baldur von Schirach è stato uno dei leader nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, ed il nonno dello scrittore del libro best seller Il caso Collini.

Nazismo
Nazismo (Fonte: Pixabay)

Baldur von Schirach è stato uno dei leader nazisti, capo della gioventù hitleriana e governatore nazista di Vienna.

E’ sicuramente a lui che si ispira in parte il romanzo Il caso Collini, scritto dal nipote Ferdinand von Schirach.

L’autore infatti ha ammesso di aver voluto affrontare con il suo romanzo una volta per tutte le proprie origini, con una discendenza così pesante sulle spalle.

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Proprio con questo cognome l’uomo ha dovuto cercare di fare pace, affrontando nel suo libro questioni importanti come la legge, la giustizia e la colpa.

Il nonno Baldur von Schirach fu accusato e poi incriminato per crimini contro l’umanità durante il processo di Norimberga.

Baldur von Schirach, il capo nazista

Campo di concentramento
Campo di concentramento (Fonte: Pixabay)

Baldur von Schirach fu condannato al processo di Norimberga per 20 anni di carcere, per aver deportato circa 185 mila ebrei austriaci.

Di tutti i crimini commessi oerò l’uomo non ne ammise mai la proprie responsabilità.

Si guadagnò molto presto i favori di Adolf Hitler, che lo scelse per formare le giovani menti tedesche.

Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, nel 1940 decise di entrare a far parte della Forze Armate tedesche e divenne presto tenente guadagnandosi anche la croce di ferro di seconda classe, che è un tipo di decorazione militare della Germania nazista.

L’uomo, che fu coinvolta nel trasferimento degli ebrei verso l’Europa Orientale, contestò più volte il trattamento duro che era rivolto a questi.

Nonostante queste critiche l’uomo però non prese mai una vera e propria posizione e non decise mai di rassegnare le sue dimissioni.

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Le sue proteste però gli costarono molto e infatti a causa di queste fu screditato il suo operato presso Hitler.

Nel processo di Norimberga dichiarò di non sapere nulla dei campi di sterminio, ma nel ’46 fu riconosciuto colpevole per crimini contro l’umanità e spedito in carcere, da cui uscì nel 1966.

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