Pierdante Piccioni, “Non ricordo più niente”

Pierdante Piccioni, una vita cambiata a seguito di un terribile incidente. Una storia straordinaria che ha sconvolto il pubblico della serie tv. Pierdante Piccioni

Pierdante Piccioni (Facebook)“Non ricordo più niente”, una lunga amnesia che ha sicuramente sconvolto la sua vita e anche per questo l’ha reso unico, tanto da ispirare una storia che ha raccolto grandissimi consensi. Oggi Pierdante sarà ospite della trasmissione pomeridiana della Rai “Da noi… a ruota libera”. Vedremo cosa racconterà al suo pubblico.

Pierdante Piccioni, la sua vita in Meno dodici

Pierdante Piccioni, come ormai in molti già sanno, è il medico che ha inspirato la serie di successo Doc – Nelle tue mani, interpretata da Luca Argentero.

Pierdante Piccioni ha raccontato la sua storia nel libro “Meno dodici”, in cui ha spiegato cosa gli è successo dopo aver subito un terribile incidente stradale. Finito in coma, al suo risveglio si è reso conto di aver perso la memoria relativa agli ultimi 12 anni della propria vita. Nel libro il medico ha parlato lungamente del periodo di riabilitazione cui ha dovuto sottoporsi e della tenacia con cui ha deciso di aggrapparsi a questa vita per uscire vittorioso da questa terribile battaglia. Tornato in corsia, ai tempi del coronavirus il medico è stato impegnato nel pronto soccorso di Lodi dove l’impegno principale è quello di salvare vite e liberare posti che possono servire ad altri pazienti. Ma Piccioni è ottimista e ricorda che è necessario combattere contro questo virus. Se volete sapere tutto sulla sua storia questo articolo ve la spiegherà.

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Pierdante Piccioni: “Il principe bastardo”

Pierdante Piccioni
Pierdante Piccioni

Nel corso di una recente intervista al settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, Pierdante Piccioni ha fatto sapere di sentirsi come una spia per i pazienti, all’interno del mondo medico. Una volta risvegliatosi dal coma, l’ospedale per cui lavorava, faceva pressioni perché il medico si mettesse in pensione di invalidità, però Pierdante non ha voluto accettare questo destino ed ha lottato per rimanere in corsia.

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Non poteva laurearsi di nuovo in medicina, questo non è previsto dal nostro ordinamento, ma ha potuto sottoporsi a dei test e li ha superati. Una volta rientrato in ospedale non era più interessato al ruolo di primario, ma voleva essere un semplice medico per dialogare con i pazienti. Poi confessa che prima dell’incidente il suo appellativo era “Il principe bastardo“, uomo corretto ma spietato. Il suo cambiamento repentino ha portato i collaboratori a scherzare sull’incidente, lo avrebbero colpito in testa ben prima se avessero saputo che sarebbe tornato migliorato.

 

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