Nicolò Cipriani, ESCLUSIVA: “L’enogastronomia è anche storia e geografia”

Nicolò Cipriani, in un’intervista ai nostri microfoni, ci ha parlato del suo mestiere di cuoco, soffermandosi su tanti aspetti.

Nicolò Cipriani

Una passione che è, piano piano diventato un mestiere. Descrive così il suo avvicinamento al diventare cuoco Nicolò Cipriani. Un cammino fatto di difficoltà e di sacrifici. ma anche di tante soddisfazioni e che è culminato con un’iniziativa che va senza alcun dubbio al passo con i nostri tempi, ossia l’apertura di un canale Youtube.

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Nicolò Cipriani, ecco l’intervista

Quando hai scoperto che quella che, probabilmente inizialmente era la tua grande passione, poteva diventare la tua professione?

Io l’ho scoperto all’ultimo anno di liceo. Ho fatto il liceo classico e, ancor prima della maturità, ho iniziato a guardarmi attorno. Io ho sempre avuto la passione per la cucina e quindi ho preso questa decisione. È stato un azzardo, ma ben riflettuto e preso con coscienza. Quindi possiamo dire che l’ho capito intorno ai 19 anni. Poi dopo successivamente ho fatto tanta gavetta, con una scuola di cucina, che però non è servita più di tanto. Ho cercato di infilarmi in più ristoranti possibili per fare molta esperienza. Tante ore di lavoro alle spalle, visto che sono passati sei anni. Ed è per questo che ho iniziato a pensare che la cucina non sia solo stare dietro ai fornelli e ho deciso di aprire un canale YouTube per ampliare un po‘ “.

L’idea che si ha guardando il tuo canale è che tu voglia fare qualcosa di diverso. Nel tuo video di presentazione mi ha colpito una frase : “Nell’enogastronomia ci sono tante cose, tra cui la geografia e la storia”. Insomma, quanto c’è di geografia e di storia in un piatto che tu prepari?

C’è tanto. L’enogastronomia è storia. E poi tutte le materie prime sono fatte dalla loro storia e dal luogo da cui provengono. Dietro a un piatto c’è più storia e cultura di quello che si pensi. E non solo dietro al piatto in sé, ma anche nella sua realizzazione. È importante conoscere le materie prime, la loro storia e la loro qualità. Perché poi da lì uno può riuscire a capire come trattarle e come mangiarle. Sono delle cose che spesso e volentieri non si sanno o che comunque si danno per scontate“.

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L’apertura del canale per te rappresenta un tentativo di dare una svolta alla tua carriera, vista l’importanza al giorno d’oggi del mondo del web e dei social anche nel vostro mondo?

Assolutamente sì. Io credo che sia arrivato il momento di uscire dalla cucina. È vero che nell’ultimo periodo quella del cuoco è stata una figura importante a livello televisivo, ma ci si è soffermati sulle ricette, che sono sempre state al centro dell’attenzione. Invece è bello capire quello che ci sta dietro, a partire dalla materia prima e dalla cottura. Occorre poi capire la differenza tra un prodotto di qualità, lavorato nel modo e uno di scarsa qualità e lavorato nel modo sbagliato. Molti non spiegano tutto questo. Ed è per questo che ho pensato fosse una cosa carina e simpatica da fare“.

Secondo te programmi come ‘Masterchef’ possono dare una mano al vostro e rappresentare un vantaggio?

Assolutamente sì. Hanno dato una grande mano. Hanno dato risalto alla professione del cuoco. Va però ricordato che questa professione ha svariate sfaccettature e molti lati, non solo quello del cuoco zozzone o da reality. Alcuni sono anche inesplorati e uno prova a farli conoscere“.

Ma te piacerebbe partecipare a uno di questi programmi?

“Mi piacerebbe. Obiettivamente sarebbe una bella esperienza di vita, anche se ad alcuni non potrei partecipare, avendo avuto un’esperienza a livello professionale. Ho conosciuto qualcuno che vi ha partecipato e me ne hanno parlato bene“.

Insomma, secondo te questi reality possono essere il primo passo per avvicinarsi alla professione di cuoco?

Aiutano ad affacciarsi a questo mondo, ma poi ci vogliono buona volontà e studio. Non basta fare un reality, perché bisogna approfondire meglio certi discorsi. Possono sicuramente aprirti più strade, ma poi occorre continuare a percorrerle“.

Parliamo di cinema. Sono senza alcun dubbio stati tanti i film che hanno trattato l’argomento cucina. Qual è il primo che ti viene in mente?

“Un film che mi ha colpito molto e che è anche abbastanza recente è ‘Il Sapore del successo”, con Bradley Cooper. Lui è bravissimo ed è un grande attore secondo me. La trama poi rispecchia abbastanza il mondo dell’alta ristorazione, la pressione, sia psicologica che fisica, che c’è e le situazioni che si vivono dentro. Poi ovviamente ce ne sono altri e anche alcune serie tv”.

Proviamo a fare un piccolo gioco. Quali sono i tuoi due attori preferiti e quali piatti gli assoceresti?

“Essendo un po’ romano, il primo nome che mi viene in mente è quello di Alberto Sordi. E me lo immagino, magari in compagnia di Sora Lella, mangiando una bella carbonara“.

Rimanendo nella romanità, che piatto assoceresti a Claudio Amendola?

Essendo lui tifoso della Roma, direi una bella amatriciana. Almeno c’è il colore rosso“.

Chiudiamo con due domande. La prima è se ti è mai capitato di pensare di aver sbagliato tutto, in primis strada e professione?

È capitato più di una volta, ma poi con il supporto della mia famiglia ho cercato di non mollare. Ci sono quei momenti in cui si pensa di mollare tutto. Però poi con motivazioni e passione, che è il motore di tutto nella, vai avanti e continui”.

Ti senti invece di dare un consiglio a chi vorrebbe intraprendere la tua stessa strada?

“Il primo consiglio che do è quello di crederci. C’è un po’ lo stereotipo secondo cui, non facendo l’università, non si sa che si farà. Invece anche nel mondo del lavoro si deve studiare. E il tutto diventa una risorsa in più. Mi sento di dire di seguire il proprio cuore, ascoltando i consigli, ma facendo anche un po’ di testa propria. Poi, ripeto, studiare è fondamentale e importante se si vuole riuscire in qualsiasi percorso”.

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