Coronavirus, cosa c’entra con Doc Nelle tue mani?

Doc – Nelle tue mani non è indenne alla pandemia da Coronavirus che in questi giorni sta cambiando il modo di vivere di tutti. Ecco perché.

Doc Nelle tue mani
Doc Nelle tue mani (Facebook)

Questa sera, giovedì 26 marzo, andrà in onda in prima serata su Rai Uno la serie televisiva Doc – Nelle tue mani, ispirata alla storia vera di Pierdante Piccioni, il medico che in seguito ad un terribile incidente d’auto è entrato in coma e al suo risveglio ha dimenticato per sempre gli ultimi dodici anni della propria vita.

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Protagonista della serie sarà Luca Argentero. La serie, originariamente prevedeva 8 puntate ma l’emergenza derivante dalla diffusione esponenziale del Coronavirus ha pesantemente inciso anche sulle riprese, fino al punto che la produzione è riuscita a girare solo quattro delle otto puntate originariamente previste. Per questo motivo la serie andrà in onda ogni giovedì a partire da oggi, per quattro settimane, fino al 16 aprile.

In buona sostanza il Coronavirus sta bloccando anche il mondo delle fiction e del cinema, sia in Italia che all’estero, impedendo la prosecuzione delle riprese.

In Italia l’attuazione dei decreti governativi ha limitato fortemente le attività produttive e la circolazione delle persone, con l’intento di limitare il contagio, per questo motivo la serie Doc andrà in onda per metà questa primavera, mentre si spera che la restante parte delle puntate potrà essere trasmessa durante il prossimo autunno.

Coronavirus: Doc Nelle tue mani e Codogno, epicentro del focolaio lombardo

Doc Nelle tue mani
Doc Nelle tue mani (Facebook)

A confermare l’accaduto è stato proprio Luca Argentero, intervenuto in diretta su Domenica In, da Mara Venier, lo scorso 22 marzo, quando ha fatto sapere: “Stavamo finendo di girare, poi siamo stati colti come tutti da questa emergenza: abbiamo le prime quattro puntate pronte e poi in autunno ci sarà il grande finale di stagione“.

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Il medico cui è ispirata la serie è poi oggi impegnato nell’emergenza Coronavirus proprio a Codogno, comune epicentro del focolaio lombardo. Piccioni in un videomessaggio ha fatto sapere: “Il mio augurio è che questa serie, trasmessa proprio in questi tempi molto complicati, possa essere semplicemente terapeutica, per mezzo di una delle medicine più potenti che esistano: la speranza”.

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