Don Matteo 12, Maurizio Lastrico: “Abbiamo una grande responsabilità” ESCLUSIVA

Con il ritorno di una delle serie tv italiane più longeve e amate, Don Matteo 12, abbiamo chiesto a Maurizio Lastrico, che interpreta il pm Marco Nardi, cosa c’è in serbo per lui.

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Maurizio Lastrico

Gennaio 2020 ha visto il ritorno in tv di Don Matteo arrivato alla stagione 12 e abbiamo chiesto a Maurizio Lastrico di parlarci del suo personaggio e dei “segreti” del successo di questa serie tv.

Vesti per la seconda stagione consecutiva i panni del PM Marco Nardi. Quali sono le novità per lui nel rapporto con Anna?

Il suo è un percorso di crescita nel senso che il personaggio si dilata in questa stagione, dato che le puntate sono di 100 minuti e non di 50 e c’è più sviluppo. Gli sceneggiatori hanno cercato di portare un’umanità verso i personaggi e, secondo me, anche noi attori nella recitazione abbiamo provato ad andare dietro a questa cosa. I personaggi di Marco e Anna si dovranno scontrare con una certa complessità. Ovviamente sono funzionali alla narrazione di Don Matteo e quindi devono succedere dei casini ogni cinque minuti – non che la vita ne presenti di meno – e si troveranno ad affrontare tante difficoltà, sempre però con il loro cercarsi comunicativamente, con il loro gioco, anche quando vanno in binari separati. 

Secondo te qual è il segreto della longevità di Don Matteo?

Non te lo saprei dire, è sempre un mistero il perché una serie funzioni più di altre. Credo però che ci siano un cinque/sei elementi vincenti: intanto la fruibilità molto semplice delle storie e la fotografia che ha qualcosa di diverso e ha un livello molto alto. Credo tantissimo in Terence Hill che ha un fascino, una misticità in come affronta il suo lavoro pazzesca. Avere un fuori classe comico come Nino (Frassica, ndr) in un ruolo da fantasista, da battitore libero diciamo – che in questo è il più forte che abbiamo in Italia – è prodigioso. Don Matteo ha tutto questo, e la Chiesa e i carabinieri, mixato a un sapore di fiaba.  

Come ti sei trovato sul set?

Giriamo per 10 mesi e le linee narrative vengono spesso aggiustate giornalmente. Noi affrontiamo queste riprese lunghe come se facessimo un film, che secondo me è il modo giusto anche perché abbiamo una grande responsabilità, tanta gente che ci vede, tanti ragazzi. Portare un prodotto recitato bene e portare dell’umanità è importante e per il fatto di essere sulla Rai lo è ancora di più, credo. 

Girare per 10 mesi fa diventare questo quasi un lavoro “fisso”, di routine…

Sì, infatti mi fa piacere fare le date in teatro e continuare a fare il comico, a costo di fare viaggi notturni, perché fare per 10 mesi solo questo rischia di farlo diventare una routine e invece deve avere un carattere eccezionale e serve sempre l’emozione di essere lì dentro e anche lo spiazzamento.

E’ ricominciato anche Meraviglie di Alberto Angela e tu parteciperai alla puntata su Genova…

Dobbiamo ancora girare con Alberto Angela ma sono curioso di fare un Colombo che racconta di sé stesso, lo trovo bello. Mi piace il fatto di entrare con la recitazione in un programma scientifico, di divulgazione, così seguito e fatto con una professionalità altissima. L’abilità di Angela è quella di portare concetti belli con leggerezza e poter entrare dentro una cosa così mi inorgoglisce. 

Teresa Franco

 

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