Hicham Ben’Mbarec viaggio della speranza: ”Potevamo morire in mare”

Hicham Ben’Mbarec ha deciso di raccontare la sua storia, iniziata con un viaggio della speranza dal Marocco: “Potevamo morire in mare”.

Hicham Ben'Mbarec

Questa sera torna un nuovo appuntamento con Seconda Vita, il programma in onda tutti i mercoledì su Real Time che racconta come dopo momenti tragici la vita dei personaggi che scelgono di raccontarsi è completamente cambiata.

Hicham Ben’Mbarec viaggio della speranza

“Sono arrivato in Italia grazie al coraggio di mia madre Sadia” ricorda Hicham Ben’Mbarec  che di quel viaggio della speranza non ha dimenticato nulla “Ero piccolo – racconta – ricordo il barcone e l’ingresso da clandestino“.

Arrivato in Italia come clandestino ricorda poi tutto l’iter burocratico al quale si è sottoposto con la madre per ottenere la cittadinanza italiana.

Qui ha cercato di sfondare nel mondo del calcio ma nel 2011 Hicham è stato colpito da un infarto, il suo cuore funzionava solo per il 7%.

I medici non gli diedero molta speranza e gli dissero di salutare la sua famiglia, fortunatamente sette mesi dopo arriva per lui l’operazione tanto attesa.

In quei difficili mesi, racconta Hicham, “ho costruito il mio futuro e ho creato e disegnato Benheart”. 

Leggi anche –>Hicham Ben’Mbarec problemi al cuore: “Si è verificato un miracolo”

Benheart è il nome del suo marchio, che oggi annovera 16 negozi in tutto il mondo e con 240 collaboratori che contano su di lui. Il nome particolare è l’unione di una porla marrocchina ‘Ben’ che vuol dire figlio‘heart’ dall’inglese cuore.

 

 

Impostazioni privacy