Stalin, tributo di sangue e terrore: i milioni di morti nei gulag

Per rafforzare il suo potere e lo Stato sovietico, Stalin si affidò ai gulag, campi di detenzione e lavoro dove hanno trovato la morte un numero oggi ancora imprecisato di persone.

stalin passato e presente

Il sanguinario dittatore è il protagonista della puntata odierna di Passato e Presente, il programma di Rai Cultura in onda oggi, martedì 17 settembre, alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. A raccontare di questo discusso e controverso personaggio, fondamentale nella storia del secolo scorso, ci penseranno Paolo Mieli e il professor Silvio Pons, soffermandosi soprattutto sui suoi discorsi ufficiali, sulla trasformazione della Russia in una potenza militare e industriale, sui rapporto con Hitler, sui gulag e sul clima di terrore instaurato.

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Stalin e i gulag

Non era una novità, il sistema dei campi di concentramento puntitivi, già appartenente alla storia sovietica dai tempi di Lenin.

Il maggior sviluppo dei gulag avvenne però negli anni del consolidamento del potere di Stalin, tra gli anni Trenta e la metà degli anni Cinquanta, per la rieducazione dei nemici di classe. Tra questi, c’erano anche molti stranieri (italiani compresi) che vivevano in Unione Sovietica e che furono mandati a morire nei gulag, con le accuse, il più delle volte, di attività antisovietica e di spionaggio.

I gulag in numeri

Le stime delle persone uccise sotto il regime di Stalin parlano di un numero che va dai 3 ai 60 milioni di individui, tra cui circa 1,7 milioni di morti nei gulag e di 390.000 morti nei lavori forzati, con un totale di circa 2,9 milioni di vittime ufficialmente registrate. Ma i documenti ufficiali d’archivio sovietici non contengono dati completi e attendibili; escludono, ad esempio, le morti dei prigionieri avvenute subito dopo il loro rilascio, ma che furono diretta conseguenza delle violenze subite.

Gli storici hanno stimato un numero totale di vittime che oscilla tra i 4 milioni e i 10 milioni di individui totali, tra cui 5 milioni nei gulag e gli altri nelle deportazioni, nelle epurazioni, nelle repressioni.

Secondo quanto affermato invece da Robert Conquest nel suo libro Il grande terrore i morti nei Gulag e nei campi di lavoro sarebbero stimabili addirittura tra i 13 e i 15 milioni.

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