Giulia aneurisma e stato vegetativo, ma c’è una speranza

La figlia, Giulia, è rimasta in stato vegetativo dopo un’aneurisma e la donna lo racconta a Vieni da Me da Caterina Balivo in diretta su Rai Uno nel pomeriggio di oggi.

Ecco le sue parole: “Stava andando dai nonni. Usciva dal secondo liceo con gli amici. Sull’autobus si è sentita male e l’hanno portata subito a casa dei nonni. Si è scoperto avere un’aneurisma ed è entrata in coma. Mio papà ha subito capito che c’era qualcosa che non andava e l’hanno portata in ospedale con l’ambulanza. Subito mi hanno detto che purtroppo aveva poche speranze di vita“. E’ arrivata una carezza che sembra riaccendere la speranza.

Giulia aneurisma e stato vegetativo, il racconto della madre

Aggiunge: “Arrivai di corsa in ospedale con mio marito e da lì inizia un’attesa interminabile. Mi dicono che una malformazione del genere arriva una ogni cento anni. Ricordo molto bene questo particolare“. Aggiunge: “E’ stata operata. A 15 anni ti danno una speranza, almeno volevano operarla e vedere cosa poteva accadere. Un intervento di 12 ore che è iniziato alle sette di sera, tante sacche di sangue le sono state date. Giulia comunque è uscita dalla sala operatoria“.

Tenero è il racconto sulla ragazza: “Abbiamo aspettato Giulia, poi è nata lei era dolcissima e stupenda, piena di vita, molto vitale, gioiosa. Le piaceva il mare, nuotare. Alla nascita ha avuto una malformazione congenita al cervelletto che è cresciuta con lei. Il suo corpo si è adeguato a questa sua malformazione, però poi a 15 anni non ce l’ha più fatta ed è scoppiata questa vena e l’ha mandata in coma”.

La madre aggiunge: “Sembrava muoversi, poi arrivò il peggio. E’ stata costretta un’altra operazione che l’ha mandata in coma irreversibile. Sono state quindici le operazioni. Non ho mai mollato e ho sempre voluto andare avanti, Giulia c’è ed è qui. Vedremo cosa succede. Mio marito ha avuto una reazione diversa da me. Lui è stato molto più riservato, viveva il suo dolore dentro di sé. Non ne parlavamo, entrambi eravamo su due binari opposti e paralleli. Per questo poi ci siamo separati. Io avevo bisogno di fare per lei quello che decideva il mio cuore. Ho deciso di aprirmi agli altri. Volevo salvare mia figlia”.

Incredibile quello che è successo sul lavoro: “Mi hanno permesso di stare vicino a Giulia pagandomi lo stesso. Poi mi hanno mandato una persona che assistesse tutto il giorno la bimba. L’hanno fatto per fare del bene. Giulia non era malata. La mattina la vestivo con l’aiuto delle oss. Aveva un ritmo di sogno veglia, dormiva e poi gli occhi erano persi nel vuoto. Io però la portavo fuori, le facevo sentire la pioggia, la neve, le facevo toccare le persone. Facevamo feste di natale, compleanni. Doveva avere persone, perché loro ci danno la forza. Le comprai anche una tv, uno stereo. Noi guardavamo i film e ridevamo, piangevamo. Era veramente riempita di stimoli. Per me c’era e per questo doveva avere tutto quello che doveva avere una ragazza di 15 anni”.

Continua il racconto: “Era in uno stato neurovegetativo, in un limbo in cui non si sapeva domani cosa poteva succedere. Passano gli anni e lei diventa maggiorenne, doveva avere una bella festa che abbiamo fatto con tutti gli amici e le amiche che l’hanno aiutata ad aprire i regali. Abbiamo messo molta musica, la torta con le candeline. Abbiamo fatto tante cose belle, era un evento importante per chiunque secondo me. Al di là dello stato in cui si è le feste si festeggiano. Un segnale arrivò dopo altri sette anni, non me lo aspettavo in quel momento anche se nel mio cuore era lì. Quel mattino guardavamo fuori come sempre e lei mi ha messo la sua mano sul mio braccio e mi ha accarezzato. Non me lo dimenticherò mai. Le dissi di farlo ancora e lei l’ha rifatto. Allora ho detto che c’eravamo, questo voleva dire che si andava avanti. Molte volte, giustamente, chi ha una persona in questo stato tende a dire che ha fatto qualcosa. I medici cercano di capire la situazione con molto garbo e ti dicono che forse ti sbagli. Allora ho detto di provarci insieme ai dottori e ha dato dei segnali”.

La donna è incredula e felice di quanto accaduto: “Io non ci credevo. Sono andata a lavoro, non sono stata lì. Quando mi sono trovata con i colleghi ho detto che Giulia si era svegliata e mi dissero tutti di andare da lei subito. Io però ero convinta che tutto sarebbe cambiato e che ci sarebbero state tante occasioni di stare insieme. Non mi sono mai arresa perché ho detto che una mamma sa quando un figlio non ce la farà. Non è giusto che ti impongano quello che devi fare. Per fortuna non l’hanno fatto con me e spero che non lo facciano in Inghilterra”.

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