“La modifica della scena può portare a un dialogo più completo delle questioni importanti trattate dalla serie. Applaudiamo Netflix per questa decisione”, fa sapere AFSP in riferimento a Tredici.
L’American Foundation for Suicide Prevention (AFSP) si è sentita in dovere di dire la sua, in merito alla drastica decisione presa da Netflix. La piattaforma, dopo una serie di polemiche scaturite in questi due anni (dal debutto di Tredici), ha deciso di eliminare dalla prima stagione della controversa serie tv la scena finita più volte al centro del mirino. Si tratta della sequenza dedicata al suicidio della protagonista, Hannah Baker (Katherine Langford).
La scena a dire degli specialisti avrebbe contribuito all’incremento dei suicidi negli USA per la fascia d’età 10-17 anni nel mese successivo al debutto della serie tv.
Comunicato AFSP su Tredici
Nel comunicato dell’AFSP si legge: “AFSP sostiene fermamente la decisione di Netflix di rimuovere la scena della morte di Hannah nella prima stagione. Lo stesso contenuto che può portare ad aumentare la consapevolezza e l’interesse, e persino l’empatia in molti, può portare a peggiorare l’umore, l’ansia o l’immagine di sé in altri, che sono vulnerabili o in difficoltà”.
L’attenzione dell’associazione, dunque, è soprattutto ai soggetti particolarmente suscettibili, quelli che potrebbero eccessivamente immedesimarsi nella protagonista ed emularne il comportamento, senza comprendere a fondo il racconto.
L’AFSP ha comunque sottolineato i pregi di Tredici, che ha il merito di aver “incoraggiato i giovani a iniziare conversazioni su problemi di salute mentale precedentemente stigmatizzati e a ottenere aiuto”. Non solo: “Le trame successive hanno raffigurato messaggi di speranza e guarigione, mostrando personaggi in cerca di sostegno da genitori, tutor, gruppi di supporto e professionisti della salute mentale, e lavorando attraverso il trauma e problemi di salute mentale”.
Ma dove finiscono le polemiche e inizia la libertà d’azione degli autori?