Stasera in prima serata su Rai Movie il film di Matteo Rovere Veloce come il vento, liberamente ispirato alla storia di Carlo Capone, interpretato da Stefano Accorsi.
Giulia De Martino è una giovane e promettente pilota di 17 anni, la cui carriera viene messa a rischio dall’improvvisa morte del padre, che la segue e la prepara per le gare.
Al funerale dell’uomo si presenta Loris, fratello maggiore della ragazza, che lei e il fratellino minore Nico non vedono da 10 anni. Loris è una vecchia gloria, conosciuto tra i piloti col nome di “il Ballerino”, famoso soprattutto per la sua guida spericolata e il suo carattere per niente facile. Ma il suo talento e le gare sono solo un vecchio ricordo, visto che ora è un tossicodipendente disoccupato che vive in una roulotte.
La morte del padre è un’occasione per tornare nella vecchia casa, insieme alla sua compagna, anche lei tossicodipendente. I rapporti tra i fratelli sono tesi e peggiorano quando si scopre che a causa dei debiti contratti dal padre, Giulia deve necessariamente vincere il campionato, altrimenti perderà la casa.
Loris così decide di aiutare la sorella e prepararla per la fatidica gara, ma a modo suo…
Stefano Accorsi in Veloce come il vento
Per questa sua interpretazione Stefano Accorsi è stato candidato sia ai David di Donatello che ai Nastri d’Argento come Miglior attore protagonista, vincendo entrambi i riconoscimenti.
Con lui nel cast anche la giovane Matilda De Angelis nei panni di Giulia.
Il successo del film è stato testimoniato dal grande riscontro di pubblico e critica e dai numerosi riconoscimenti vinti (non solo da Accorsi). A livello globale, la pellicola è stata venduta in più di 40 Paesi, tra cui Germania, Giappone, Cina, Australia, Francia, Sud America, Russia, Corea del Sud e Taiwan.
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Carlo Capone: la vera storia
L’ex pilota di rally, attivo negli anni Ottanta e vincitore del Campionato Europeo di rally del 1984, divenne famoso per il suo temperamento non facile e per le incredibili capacità velocistiche.
Le difficoltà personali lo costrinsero al ritiro prematuro e gli causarono una brutta depressione. Prima la tragica morte della figlia di pochi mesi e poi la separazione dalla moglie furono determinanti nel suo declino, quel crollo che ha costretto Carlo Capone a vivere in una struttura protetta piemontese, che ha in cura persone affette da patologie psichiatriche.