C’è posta per te: lei lo rifiuta e lui l’accoltella, condanna a 8 anni di carcere

C’è Posta per te, il programma di Maria De Filippi

C’è posta per te è un programma a cui gli italiani sono affezionatissimi; Maria De Filippi permette di dissipare astiosi rapporti fra familiari, fa in modo che vecchie conoscenze possano rincontrarsi ed invita ospiti famosi in studio che la affiancano nella sua missione di samaritana. Le persone coinvolte nelle storie che Maria porta in televisione non sono obbligate ad aprire l’iconica busta da lettere e quindi possono decidere di tornare a casa senza sentire ciò che hanno da dire le persone dall’altra parte della letterina. Quello che è successo in seguito ad un rifiuto, però, non poteva aspettassero nessuno.

C’è posta per te: lei lo rifiuta e lui l’accoltella

Il ragazzo coinvolto in questa triste vicenda era ricorso all’aiuto del mezzo televisivo per chiedere scusa alla sua ragazza che dopo una lite lo aveva allontanato dalla sua vita. Maria De Filippi ha quindi fatto entrare nello studio di C’è posta per te Emanuele Colurcio che però non era stato ben accetto dalla sua ex ragazza che aveva rifiutato di aprire la busta e quindi le sue scuse. Il ragazzo, all’epoca aveva 22 anni e subito dopo questa brutta esperienza che lo aveva messo in ridicolo di fronte all’Italia intera, ha deciso di accoltellare il nuovo fidanzato della sua ex.

La condanna

Il triste evento è datato gennaio 2016, nella zona di Baretti di Chiaia, nel napoletano. Domenico di Matteo, la vittima, ha riportato gravi lesioni all’addome che gli hanno fatto quasi perdere la vita. A Colurcio sono spettati ben tre capi di imputazione e tentato omicidio premeditato. Oltre a questo anche la detenzione di un coltello non registrato secondo il regolamento del porto d’armi. Come se non bastasse gli sono stati imputati anche diversi atti persecutori nei confronti della sua ex ragazza, al limiti dello stalking. In principio il responsabile venne condannato a 14 anni di carcere, in primo e secondo grado. Ma il suo legale, Andrea Scardamagno, subentrando in appello e movendo ricorso in Cassazione riuscì ad eliminare l’accusa dei futili motivi e a chiedere una seconda sentenza arrivata proprio ieri: solamente 8 anni di carcere per tentato omicidio premeditato.

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