
Se Robert Redford ha deciso di uscire dalle scene lo fa con stile. Old Man & the gun, al cinema dal 20 dicembre è l’occasione perfetta. In questo film è e interpreta un uomo d’altri tempi, per una pellicola d’altri tempi. David Lowery dirige con consapevolezza un classico.
I classici holliwoodiani che continuano
La storia è quella del rapinatore gentiluomo. Un tipo di narrazione che si colloca nel filone ideologico americano del self made man, del fuorilegge tutto d’un pezzo. Nella storia del cinema è stato il passo successivo rispetto al western, dove l’uomo non segue più la legge del proiettile, ma diventa “civilizzato”. Ed è così cordiale che non possiamo fare a meno di essere dalla sua parte, di tifare per lui.
Anche il detective è una figura classica, è quell’agente con più o meno personalità, ma che in qualche modo è affascinato dal bandito. La sua ricerca è ossessiva, è quasi una sfida psicologica tra i due. Il poliziotto odia Forrest Tucker il rapinatore, perché continua a sfuggirgli, ma in qualche modo ammira l’uomo, ne prova rispetto.
Il rapinatore senza pistola
Robert Redford interpreta un personaggio realmente esistito, un ladro che ormai in tarda età continua ad evadere dal carcere e rubare denaro. Scappa dal carcere di San Quintino all’età di 70 anni. Entra nelle banche non armato e con un sorriso si fa consegnare i dollari, come se niente fosse. Mai un solo colpo sparato e le forze dell’ordine che brancolano nel buio.
Il suo ultimo film a maggior ragione celebra la carriera di Redford in modo evidente, e lo fa quando per tornare al passato del protagonista vengono utilizzate scene di vecchi film interpretate da lui stesso. E poi c’è una donna Sissy Spacek, un’amore senza età, tema toccato sempre più spesso dal cinema contemporaneo.
Patrizia Puglia