Changeling, stasera in tv 29 novembre: su Iris il film di Clint Eastwood

Changeling, in onda stasera 29 novembre su Iris, ha ottenuto 3 candidature ai Premi Oscar e 2 candidature ai Golden Globes. Una storia che ha dell’incredibile e dello straordinario nella tenacia che solo una madre può avere, eppure tratta da una storia vera, come si può leggere nei titoli di testa.

Changeling, la trama

Siamo nella Los Angeles del 1928 e una madre, Christine Collins (interpretata da una splendida Angelina Jolie), al rientro a casa da lavoro non ritrova il figlio Walter, un bambino frutto di una relazione avuta con un uomo che li ha abbandonati. A distanza di 5 mesi, il caso sembra risolto e la polizia del luogo riporta tra le braccia della madre un piccolo che assomiglia a Walter e dice di essere lui. Christine, certa che non si tratti di suo figlio, esprime i propri sospetti alle autorità di polizia che insistono nella loro versione, in questo sostenute anche dall’opinione pubblica locale rassicurata dall’idea di un lieto fine. Certa delle proprie sensazioni, Christine non si arrende, nonostante le vengano attribuiti disturbi mentali che finiscono per farla internare in un centro di recupero.

La recensione

Con ribaltamenti e colpi di scena, il film di Clint Eastwood porta sul grande schermo tematiche universali e care all’etica del regista, quali la corruzione e l’arroganza delle forze al potere e l’infanzia segnata da traumi irreparabili. Al centro del racconto resta comunque il rapporto madre-figlio, in un’opera commovente, ma non strappalacrime, anche e soprattutto per la presenza di anime coraggiose, in grado di lottare per le proprie convinzioni, con la certezza di essere nel giusto. Una nota positiva spetta, sorprendentemente, alla stampa che nel film ha il merito di far sorgere diversi interrogativi circa le procedure utilizzate dalla polizia per far prevalere le proprie posizioni nei confronti di chi cerca di insidiare il Potere vigente.

I toni cupi dell’epoca del proibizionismo sono magistralmente riportati in scena dalla fotografia di Tom Stern, così come impeccabile la ricostruzione dell’estetica di fine anni ’20, grazie ai costumi di Deborah Hopper che contribuiscono a fare della protagonista femminile un’icona di stile alla stregua delle storiche dive della “vecchia” Hollywood. Un film teso ed emozionante, forse un po’ “scolastico” nel robusto, ma efficace, uso/abuso di flashback. Una pellicola probabilmente non da ascriversi tra i capolavori eastewoodiani, ma comunque solida e magistralmente realizzata.

Il trailer

Cristina De Rose

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