“Morto Stalin, se ne fa un altro”: una travolgente commedia nera, una satira sul potere e il totalitarismo

Nella notte del 2 marzo 1953, c’è un uomo che sta morendo. Non si tratta di un uomo qualunque: è un tiranno, un sadico, un dittatore. È Joseph Stalin, il Segretario Generale dell’Unione Sovietica (che forse in questo momento si sta pentendo di aver fatto rinchiudere nei Gulag tutti i medici più capaci…). È lì lì, non ne avrà ancora per molto, sta per tirare le cuoia… e se ti giochi bene le tue carte, il suo successore potresti essere tu!

Non è ancora uscito e solo chi era al Toronto International Film Festival – dove è stato presentato in anteprima mondiale – ha potuto vederlo, ma in Russia già fa scalpore e rischia di essere censurato per “prevenire episodi di violenza”.

È The death of Stalin, la nuova travolgente commedia nera firmata dal regista scozzese Armando Iannucci (The Thick of It, In the Loop, Veep – Vicepresidente incompetente) che racconta tra farsa e satira politica il caos successivo alla morte di Stalin e le lotte di potere per designare il suo successore. Il film sarà distribuito nelle sale italiane a partire dall’11 gennaio 2018 da I Wonder Pictures con il titolo Morto Stalin, se ne fa un altro.

Dal genio di Armando Iannucci una travolgente commedia nera, una satira sul potere e il totalitarismo con un formidabile cast internazionale: Steve Buscemi è il pragmatico Khrushchev; Michael Palin (membro dei Monty Python) il fedelissimo Molotov; Jeffrey Tambor interpreta il confusionario vice di Stalin, Malenkov; Jason Isaacs l’implacabile generale Zhukov; Simon Russell Beale è il mefistofelico capo dei servizi segreti Beria e Olga Kurylenko la pianista dissidente Maria Yudina.

Liberamente ispirato alla graphic novel La morte di Stalin di Fabien Nury e Thierry Robins pubblicata in Italia da Mondadori.

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