Lily Collins… fino all’osso!

“Lily ha lavorato con un nutrizionista durante tutto il processo e nei mesi successivi, quando stava riguadagnando peso. L’ha tenuta sotto controllo per tutto il tempo. Non le abbiamo mai chiesto di perdere una certa quantità di peso”.

Ha spiegato questo a People la regista Marti Noxon, riferendosi al fatto che, successivamente al suo film Fino all’osso (basato sulle proprie esperienze personali), l’attrice protagonista Lily Collins ha consultato per mesi un nutrizionista.

Nonostante fosse disposta a trasformare la sua figura per il ruolo, i produttori del lungometraggio – consapevoli della storia personale con anoressia e la bulimia vissuta in fase adolescenziale dall’attrice – hanno offerto di supportare il progetto con l’aiuto di professionisti del settore sanitario.

Per renderla sottile e scavata, si è fatto ricorso ad effetti speciali, make-up e protesi, ma la decisione di perdere peso è stata condannata da alcune organizzazioni sanitarie, tra cui Project Heal, una non profit che aiuta chi soffre di disturbi alimentari e ha offerto la propria consulenza al progetto: “In nessun modo intendiamo sostenere l’idea che le persone con anoressia nervosa possano perdere peso in modo sicuro. Questa è stata una decisione creativa da parte dei filmmaker, e le riprese sono state completate prima che Project Heal fosse coinvolto nel film”.

La storia raccontata nella pellicola riguarda Ellen (la Collins), giovane anoressica, e i suoi pellegrinaggi nei centri di riabilitazione che, anziché aiutarla, la vedono diventare sempre più magra.

 

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