Conoscevate “La sindrome di Antonio”, l’ultimo film interpretato da Giorgio Albertazzi?

Scomparso il 28 maggio del 2016 all’età di novantadue anni, l’asso del teatro Giorgio Albertazzi ha collezionato nel corso della sua lunga carriera anche più di cinquanta apparizioni tra piccolo e grande schermo, a cominciare dal lontano 1951.

Ma quanti sono a conoscenza de La sindrome di Antonio di Claudio Rossi Massimi, ultimo lungometraggio che, seppur solo in una manciata di minuti, lo ha visto impegnato davanti all’obiettivo della macchina da presa nei panni di un pittore silente e speranzoso nel ritorno della compagna scomparsa da anni?

Dedicato proprio a lui e visto fugacemente nelle sale cinematografiche a novembre 2016, uno spettacolo per immagini in movimento che prende il via dalla figura di Gino alias Remo Girone, attraverso la cui voce narrante seguiamo il ricordo del viaggio alla volta di Atene intrapreso a bordo di una Cinquecento, nel 1970, dall’ingenuo ma saggio amico Antonio, ovvero Biagio Iacovelli, il quale trascina la sua gioventù alla ricerca degli ideali.

Viaggio mirato a scovare la caverna e i luoghi che hanno ispirato Platone e nel corso di cui effettua incontri non poco curiosi; tra un ristoratore in vena di filosofia, una folle donna impegnata a porre indovinelli sul senso della vita e il proprietario della locanda dove alloggia, rispettivamente con le fattezze di Moni Ovadia, Chiara Gensini ed un esilarante Antonio Catania.

Senza contare la bella e divertente Maria incarnata da Queralt Baladamenti; man mano che quello che vuole essere un racconto on the road dei dubbi e dei malesseri esistenziali dell’anima di chi decide di misurarsi con il mondo s’immerge negli splendidi paesaggi della Grecia dei colonnelli, con una ricca colonna sonora a fare da commento (si spazia da Blowin’ in the wind a When a man loves a woman).

E provvede una efficace atmosfera di solitudine e malinconia ad impreziosire una circa ora e quaranta di visione a basso costo che è possibile ora recuperare su supporto dvd grazie a Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it), oltretutto corredato di cinque minuti di backstage, sette di intervista al regista e altrettanti di conversazione con l’intramontabile Giorgio.

Francesco Lomuscio

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