“Sinister Squad”: la bizzarra risposta Asylum a “Suicide Squad”

Coloro che prestano non poca attenzione al sottobosco delle produzioni cinematografiche a Bass(issim)o budget spesso relegate al solo mercato dell’home video, di sicuro, conoscono benissimo il modus operandi della Asylum, factory a stelle e strisce che, se da un lato è riuscita a conquistarsi una larga fetta di estimatori grazie alla bizzarra saga Sharknado, a base di squali svolazzanti, dall’altro è nota soprattutto per la capacità di confezionare in tempo record mockbuster atti a scimmiottare contemporanei blockbuster hollywoodiani.

Quindi, se ai tempi dell’uscita in sala di Io sono leggenda di Francis Lawrence ha sfornato I am Omega di Griff Furst e quando ha spopolato Pacific rim di Guillermo del Toro ha provveduto a mettere in piedi Atlantic rim di Jared Cohn, nel 2016 non ha esitato ad affidare a Jeremy M. Inman Sinister Squad, nato ovviamente per offrire la propria alternativa low budget al cinecomic DC Suicide Squad, diretto da David Ayer, e reso disponibile su supporto dvd italiano da Minerva pictures e Dynit.

Alternativa in cui non abbiamo certo la combriccola di reietti forniti di abilità sovrannaturali formata da Deadshot, Harley Quinn, Capitan Boomerang, Diablo, Slipknot, Katana e Killer Croc, bensì moderne rivisitazioni di personaggi delle favole, un po’ sulla falsariga di quanto già fatto dallo stesso Inman (e sempre in casa Asylum) attraverso Avengers Grimm.

Infatti, abbiamo un Tremotino proto-Joker che, interpretato neppure in maniera disprezzabile da Johnny Rey Diaz, si trova a far parte di un team di improbabili criminali dotati di superpoteri reclutati da Alice (proprio lei, quella del Paese delle meraviglie) con un preciso scopo: salvare la Terra da Morte, entità demoniaca intenta a diffondere malattie e devastazione.

Team in cui troviamo la Regina di cuori, ex amante di Tremotino, Barbablù, qui chiaramente feroce assassino e stupratore (!!!), il Pifferaio magico, il Lupo cattivo, la strega vampiro Carabosse, un Cappellaio matto in questo caso dj dedito ad allucinazioni profetiche (!!!) e, infine, una Riccioli d’oro che non manca neppure di sparare con due pistole contemporaneamente, come nei double gun fight degli action movie di Hong Kong.

E, come c’è da aspettarsi da buona parte di operazioni concretizzate usufruendo di pochi mezzi, è un unico interno a fare da scenografia alla circa ora e mezza di visione che, tra uccisioni, tradimenti e qualche doppiogiochista, punta tutto sul movimento e l’azione a base di scontri corpo a corpo e con armi da fuoco alla mano.

Mentre una forte venatura horror si fa sentire tra un fotogramma e l’altro e la Please free me di Chet Orr figura nella colonna sonora old style (altro palese riferimento al film di Ayer) di un insieme che non può fare a meno di divertire e deliziare i fan degli scult asylumiani.

Francesco Lomuscio

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