“La macchina nera” rivive in alta definizione

Quando nei primi, mitici anni Ottanta venne trasmesso in televisione, terrorizzò non poco gli allora giovanissimi nati del decennio precedente, con quella inquietante fuori serie nera dai fanali che sembravano quasi minacciosi occhi.

Qualcuno, per diverso tempo, lo confuse anche con Christine – La macchina infernale, diretto nel 1983 da John Carpenter attingendo da un romanzo di Stephen King, ma, lontano da bullismi scolastici e adolescenze tormentate, di tutt’altra pasta e ambientazione fu La macchina nera, realizzato sei anni prima dall’Elliot Silverstein autore di Cat Ballou e Un uomo chiamato cavallo.

Sfruttando una polverosa e piuttosto desolata ambientazione rurale a stelle e strisce, infatti, la oltre ora e mezza di visione guarda in maniera evidente ai primi lavori di Steven Spielberg nel porre in scena la misteriosa vettura di cui sopra che, sbucata fuori dal nulla, si dedica all’investimento di chiunque capiti sulla sua strada, ricordando in maniera evidente l’idea di base di Duel.

Ma, sempre rimanendo nell’ambito di riferimenti alla cinematografia del Re Mida di Hollywood, il “mostro” su quattro ruote non può fare a meno di essere associato anche ad una rilettura da asfalto del sanguinario pescecane che fu al centro de Lo squalo; tanto più che la colonna sonora qui composta da Leonard Rosenman richiama alla memoria quella mitica di John Williams e che il protagonista James Brolin si cimenta nei panni di tutore della legge, proprio come Roy Scheider fu sceriffo nel capolavoro dell’eco-vengeance datato 1975.

E, tra memorabile sequenza d’apertura con ciclisti uccisi e ragazzo che suona il corno francese destinato a finire sotto gli pneumatici roventi, è possibile scorgere anche vaghe similitudini con il contemporaneo Tentacoli di Ovidio Assonitis; dalla sequenza della parata al fatto che, nella parte finale, si scatena un sentimento di vendetta nel sopra menzionato Brolin.

Un Brolin affiancato da efficaci veterani del calibro del John Marley de Il padrino e R.G. Armstrong, nel corso di un movimentato spettacolo che non cela neppure più di tanto il sapore di un moderno western in salsa horror; man mano che la minaccia meccanica – che arriva addirittura a cappottarsi per scagliarsi contro le proprie vittime ed a distruggere abitazioni – si rivela fotogramma dopo fotogramma una autentica, invulnerabile incarnazione del male.

Un male in questo caso caratterizzato da soggettiva ambrata e che, incapace di attaccare un cimitero, potremmo addirittura intendere quale allegoria relativa ad una inquinante industrializzazione pronta ad attaccare la fetta di America ancora lontana dal fastidioso caos metropolitano.

Un vero e proprio cult che, con galleria fotografica nella sezione riservata ai contenuti speciali, è Pulp Video (www.cgentertainment.it) a rendere finalmente disponibile su supporto blu-ray.

Francesco Lomuscio

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