“Suspiria” rivive in blu-ray per il quarantennale

Mentre si parla non poco dell’attesissimo rifacimento curato da Luca Guadagnino, Suspiria di Dario Argento festeggia i suoi quarant’anni da quando, in quel lontano 1977, approdò nelle sale cinematografiche per regalare circa un’ora e quaranta di puro terrore.

Un festeggiamento iniziato con la sua ridistribuzione su grande schermo avvenuta a fine Gennaio 2017, nella stessa nuova versione restaurata che, grazie a Videa, è ora disponibile anche nel mercato dell’home video in alta definizione.

Versione accompagnata nel disco dal trailer per il quarantennale e da un’intervista di ventotto minuti effettuata da Nick Vivarelli di Variety all’autore di Profondo rosso e Phenomena, il quale rivela molte interessanti curiosità sulla lavorazione del film.

Film che, ispirato al romanzo Suspiria De Profundis di Thomas de Quincey, non solo segnò il passaggio dal thriller all’horror puro per il talentuoso cineasta romano, ma ha finito per trasformarsi nel primo tassello di una ideale trilogia che lo stesso ha poi proseguito tramite Inferno e La terza madre, rispettivamente datati 1980 e 2007.

Tassello che, molto semplicemente, inscena il terrificante incubo ad occhi aperti in cui si ritrova coinvolta la giovane americana Susy Benner interpretata da Jessica Harper, arrivata in Germania per iscriversi alla famosa Accademia di danza di Friburgo.

Perché, se già qualcosa di strano lo lascia intuire la pioggia implacabile che si scatena la sera del suo arrivo nel posto, a movimentare la situazione non tarda un duplice, sanguinoso omicidio con ragazza impiccata – dopo ripetute coltellate – e un’altra trafitta da vetri che ha fatto scuola, emulato soprattutto nei lungometraggi di paura esteri.

Una sequenza che non può fare a meno di incarnare uno dei punti maggiormente memorabili dell’operazione insieme a quella in cui Stefania Casini finisce in una stanza piena di filo spinato ed al momento in cui abbiamo una feroce aggressione da parte di un cane lupo.

Tutte situazioni trasudanti liquido rosso e al servizio di una moderna favola intrisa di paura che, provvista anche di evidente auto-omaggio a L’uccello dalle piume di cristallo, arriva quasi ad infischiarsene della sintassi e della logica, in modo da privilegiare un tanto avvolgente quanto inquietante involucro di celluloide esteticamente magico.

Involucro che, impreziosito da un ricco cast comprendente Alida Valli, Miguel Bosé, un non vedente Flavio Bucci e, nei panni di uno psichiatra, l’instancabile Udo Kier, avanza lento individuando i suoi ingredienti più azzeccati nell’ossessiva colonna sonora a firma dei Goblin e nell’abbondanza di affascinanti cromatismi sfoggiati dall’ottima fotografia di Luciano Tovoli.

Senza contare il fatto che, ancora oggi, la pioggia di disgustose larve si mostra capace di mettere a dura prova lo stomaco degli spettatori!

Francesco Lomuscio

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