Rivive in dvd “A bruciapelo”, l’anticipatore de “La rabbia giovane” e “Assassini nati – Natural born killers”

Se la polverosa ambientazione desertica americana non può fare a meno di suggerire immediatamente quelle analoghe dei contemporanei biker movie del decennio dei Sessanta, il fatto che sia girato in bianco e nero ci spinge a pensare anche al Faster, Pussycat! Kill! Kill! messo in piedi due anni più tardi da Russ Meyer.

Diretto nel 1963 da James Landis, A bruciapelo parte dalle figure di due uomini e una donna che, tutti insegnanti in viaggio verso Los Angeles, finiscono sequestrati all’interno di un’officina fuori città da un pericoloso psicopatico con le fattezze di Arch Hall Jr., affiancato dalla stramba e silenziosa compagna e armato di pistola.

Un plot che richiama di sicuro alla memoria quello del Kalifornia poi interpretato nel 1993 da Brad Pitt e Juliette Lewis sotto la regia di Dominic Sena, ma per un semplicissimo motivo: entrambi i lungometraggi prendono ispirazione dalla figura del serial killer realmente esistito Charlie Starkweather, dalla quale sono stati derivati anche La rabbia giovane di Terrence Malick e Assassini nati – Natural born killers di Oliver Stone.

D’altra parte, quest’ultimo partì da un soggetto a firma del Quentin Tarantino che, senza ombra di dubbio, fece rientrare tra l’infinità di più o meno oscuri titoli che visionava nel periodo in cui lavorò come commesso in videoteca anche la quasi ora e mezza in questione, debitrice a suo modo nei confronti del filone da juvenile delinquent (a cominciare dal ciuffo ribelle del criminale protagonista) e in possesso di non pochi aspetti che hanno anticipato diversa Settima arte di genere successiva.

Infatti, se la radio che parla in sottofondo ha finito poi per rivelarsi uno degli elementi cardine – rispettivamente cinque ed undici anni dopo – de La notte dei morti viventi di George A. Romero e di Non aprite quella porta di Tobe Hooper, il secondo dei due film sembra rispecchiare anche parte della tragica situazione raccontata in questo caso, destinata ad evolversi in maniera tutt’altro che distante da quella che caratterizza una determinata tipologia di thriller da schermo d’inizio terzo millennio.

Perché, pur essendo presenti gli esterni, è bene o male in uno spazio circoscritto che viene abilmente costruito il lento crescendo di tensione di un insieme atto a rivelarsi un mai prevedibile studio in fotogrammi riguardante il sadismo e la follia che, come c’era da aspettarsi, non manca neppure di cadaveri pronti ad essere lasciati a terra.

Manifestando fino all’inaspettato epilogo un taglio non poco moderno, al servizio di un vero e proprio gioiellino all’avanguardia della più cinica e sconosciuta cinematografia made in USA che – con sottotitoli italiani posti in alcuni momenti in lingua originale – è Penny Video a rendere disponibile su supporto dvd in versione integrale e fornita di doppiaggio dell’epoca all’interno della sua collana Opium Visions, il cui preziosissimo catalogo di rarità riscoperte già include Maliziosamente di Paul Collet e Pierre Drouot, Donald Neilson, la jena di Londra di Ian Merrick e Heartbreak motel di Richard Robinson (e David Worth non accreditato).

Con trailer e presentazione di cinque minuti a cura di Michele De Angelis quali contenuti extra.

Francesco Lomuscio

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