Visto nelle sale cinematografiche italiane a Giugno 2016, qualcuno lo ha ritenuto a metà strada tra Donnie Darko e Final destination, oltre che non privo di influenze dal cinema di Gus Van Sant e David Lynch.
Immerso in un’ambientazione non distante da quella tutta viali verdi e alberati che fu nel 1978 al centro dell’intramontabile Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter, It follows di David Robert Mitchell – in precedenza autore soltanto della commedia The myth of the american sleepover – parte dalla figura della diciannovenne Jay, che, con le fattezze di Maika Monroe, dopo aver consumato un incontro sessuale sul sedile posteriore di un’automobile comincia a convincersi che qualcuno (o qualcosa?) la segua di continuo.
Qualcuno che, sempre più minaccioso, provvede a trasformare il suo autunno fatto di studio, week-end al lago con gli amici e, ovviamente, flirt con coetanei in un vero e proprio incubo ad occhi aperti; tanto che, tra retrogusto da fantascienza proto-L’invasione degli ultracorpi e probabili modelli di riferimento spazianti da Roman Polanski al cosiddetto orrore suggerito di Jacques Tourneur e Val Lewton (rispettivamente regista e produttore di Ho camminato con uno zombi e Il bacio della pantera), è in particolar modo Nightmare – Dal profondo della notte di Wes Craven a tornare alla memoria durante la circa ora e quaranta di visione (si pensi soltanto alla sequenza in cui la protagonista, a scuola, nota fuori dalla finestra un’anziana signora che poi ritrova nei corridoi o alla situazione pre-epilogo ambientata in piscina).
Del resto, pare che sia dalla personale esperienza relativa ad incubi in cui fuggiva da un misterioso individuo che appariva in ogni angolo che il regista ha preso spunto per mettere in piedi un teen horror che guardante in parte agli anni Ottanta, ma senza prendere la facile strada dello slasher all’insegna del violento massacro all’arma bianca di più o meno sprovveduti adolescenti.
Adolescenti qui calati in una riuscita, grigia atmosfera resa tutt’altro che tranquilla da inquietanti visioni e improvvise entrate in scena delle inspiegabili figure spettrali in questione; man mano che si scopre che l’unico modo per liberarsi dalla maledizione è copulare con un’altra persona, proprio nella stessa maniera in cui si trasmette l’aids.
Ed è la buona regia a finire per rappresentare il maggiore pregio di un elaborato che, forse allegorico specchio di una gioventù americana sempre più abbandonata dagli adulti e priva di un futuro nell’epoca della crisi, Koch Media rende disponibile tramite una limited edition blu-ray all’interno della sua collana Midnight Factory, dedicata all’horror, il thriller e il fantasy mondiale.
Una limited edition il cui disco è incluso in custodia amaray contenente anche un booklet e inserita in slipcase cartonato… con trailer italiano e cinque minuti di intervista al responsabile della colonna sonora Richard Vreeland nella sezione riservata ai contenuti extra.
Francesco Lomuscio
