“Il cinema italiano è morto con Pier Paolo Pasolini”.
Lo ha detto Pasquale Squitieri nel corso del convegno a lui dedicato nell’ambito della XXXV edizione di Primo Piano sull’autore, la tradizionale rassegna di cinema italiano che si sta svolgendo tra Roma e Spoleto.
“Sono sempre stato un regista scomodo – ha proseguito Squitieri – non acclamato per il mio valore ma per i temi scottanti che ho affrontato con i miei film. Questo a lungo andare, ha limitato le mie capacità di pensiero. Sono sempre stato perseguitato dall’invidia, ma nonostante tutto ho fatto ben ventiquattro film”.
Ha commosso il pubblico presente, la lettera scritta da Pasquale Squitieri il 5 agosto del 1981 durante il carcere, diretta a Valerio Caprara. “Vivo con amarezza questa situazione – scrive nella lettera – l’articolo che hai scritto su di me sul Mattino e la tua solidarietà mi ha aiutato. Vivo una realtà d’isolamento ma non intendo sfuggire. Sto affrontando un’accurata persecuzione e il vostro appoggio mi sta aiutando a non affondare”.