Il moderno “Frankenstein” con Xavier Samuel finalmente in dvd

Frankenstein

Quando nel cinema horror si è raccontato di tutto e di più, come rispolverare in maniera originale il mito della creatura di Frankenstein, nata nel XIX secolo dalla penna di Mary Shelley e non poche volte trasferita sullo schermo?
Semplice: usando una nuova tecnologia per dare nuova vita ad una storia classica.
Ed è quanto fatto dall’inglese classe 1960 Bernard Rose – autore, tra l’altro, del cult del genere Candyman – Terrore dietro lo specchio – tramite il suo Frankenstein, fugacemente distribuito nelle sale cinematografiche italiane (a marzo 2016) dalla stessa Barter Entertainment che, in collaborazione con Universal, provvede a renderlo disponibile su supporto dvd.
Nel corso dei circa ottantasei minuti di visione in questione, infatti, è attraverso lo sfruttamento di una stampante 3D che i coniugi Victor ed Elizabeth Frankenstein – incarnati da Danny Huston e dalla matrixiana Carrie-Anne Moss – generano Adam, interpretato dallo Xavier Samuel di Fury e che, incapace di controllarsi e, non tarda a ritrovarsi faccia e corpo mangiati da cancri, polipi e noduli a forma di cavolfiore.
L’Adam di cui ascoltiamo i pensieri e che, tra impressionanti cure ed iniezioni nel collo, si cimenta immediatamente in una violenta fuga per poi cominciare a dedicarsi al vagabondaggio, cibandosi di vermi e resti di animali investiti.
Del resto, pur mantenendosi fedele alle vicissitudini del mostro che consegnò Boris Karloff alla storia dei film di paura, la atipicità dell’operazione è individuabile nella scelta di miscelare su squallide strade della Los Angeles del terzo millennio le immancabili spruzzate di splatter e il concetto di emarginazione sociale, da sempre presente nelle vicende dell’essere ottenuto dall’assemblaggio di parti di cadaveri rianimate.
Concetto di emarginazione oltretutto accentuato dall’incontro con lo squattrinato musicista non vedente Eddie, ovvero il Tony Todd della saga Final destination, e da quello con una prostituta per soddisfare la propria necessità di sesso; lasciando emergere il sapore di una attuale e realistica rilettura ulteriormente fornita del malsano fascino di determinate produzioni underground del passato (si pensi solo alla trilogia Basket case di Frank Henenlotter).
Con il trailer italiano quale contenuto speciale del disco.

Francesco Lomuscio

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