I trentenni di oggi non trovano lavoro, non riescono ad emanciparsi e sono terribilmente affranti. I The Pills no.
Ma chi sono i The Pills?
Questo è il soprannome con cui li ha imparati a conoscere e ad amare il vasto pubblico della rete, prima ancora di approdare alla conduzione di late night show per Deejay Tv e Italia 1, ma i loro nomi sono Luca Vecchi, Matteo Corradini e Luigi Di Capua.
Un trio che, sotto la regia del primo, ha avuto anche modo di rendersi protagonista del lungometraggio quasi autobiografico The pills – Sempre meglio che lavorare, visto nelle sale cinematografiche a fine gennaio 2016 e che approda ora su supporto dvd, distribuito da Warner.
L’ottima occasione per rivedere (o per scoprire, considerando chi le ha perse sul grande schermo) le divertenti imprese dei tre precari amici paladini dell’immobilismo post-adolescenziale a tutti i costi, ovvero una battaglia ideologica che, anziché portarli a stare dietro a stage e colloqui di lavoro, gli fa preferire tirare a campare fumando sigarette, bevendo caffè e snocciolando idiozie attorno al tavolo della loro cucina alla periferia di Roma Sud.
Tre precari amici la cui per nulla celata passione nei confronti della Settima arte provvede non poco a rafforzare l’allegoria-denuncia relativa all’universo delle professioni e dei posti fissi quale alienante “ammazzatore” degli ideali e dell’amicizia.
Nel corso di quasi un’ora e venti di visione che, tra citazioni da classici e cult degli anni Novanta e un clima generale che strizza l’occhio a Clerks – Commessi di Kevin Smith, non manca di ironizzare su La dolce vita di Federico Fellini e di regalare vere e proprie parodie di memorabili momenti di Ghost – Fantasma di Jerry Zucker, Fight club di David Fincher e Batman begins di Christopher Nolan.
Senza dimenticare Le iene di Quentin Tarantino e Come te nessuno mai del nostro Gabriele Muccino, sbeffeggiato in particolar modo durante un’occupazione scolastica in cui s’imbarca Luigi.
Man mano che Luca conosce a una festa Giulia alias Margherita Vicario e che, tra regole per un buon Facebook e temibili associazioni di immigrati (!!!), a strappare risate provvedono anche i momenti in cui Matteo è alle prese con il padre sfoggiante atteggiamenti giovanili (tra le molte cose, organizza una webserie sugli idraulici).
Con trailer, otto minuti di scene eliminate e cinque minuti di backstage ad arricchire il disco nella sezione riservata agli effetti speciali.
Francesco Lomuscio