Finalmente in dvd “Vento dell’est” di Godard

Vento dell'Est

Inizialmente progettato dal Marco Ferreri – qui produttore esecutivo non accreditato – autore de La donna scimmia e Il seme dell’uomo, è il primo film in cui si cominciò a pensare al collettivo denominato “Gruppo Dziga Vertov”, attraverso il quale Jean-Luc Godard maturò tra il 1969 e il 1972 – periodo in cui si occupò anche di British sounds, Pravda, Lotte in Italia e Lettre to Jane – un distacco esistenziale destinato a trasformarsi in rivolta politica ed estetica.

In parte western di sinistra, Vento dell’est – girato in Italia con maestranze tricolori – rappresenta per il cineasta francese uno spartiacque tra la celluloide borghese della Nouvelle Vague che lo aveva lanciato e la nuova fase politica, in un certo senso già annunciata dalla decostruzione e frantumazione della narrazione tipica dei suoi precedenti lavori.

Perché, con l’ideologia marxista-leninista quale terreno saldo dove elaborare la rivoluzione di film pensiero innervati di nuove parole e nuovo modo di articolare immagini e suoni, abbandona qui la storia per trasformarla in puro discorso volto ad incarnare i connotati di un vero e proprio manifesto, tanto da affidarne il contenuto soprattutto a voci fuori campo.

Ed è con il mitico Gian Maria Volonté incluso tra gli interpreti – e mirato a simboleggiare l’imperialismo americano – che esaspera sempre più il suo anticonformismo sperimentale interessato a permettere allo spettatore di apprendere che ciò che sta guardando sia una finzione, non l’illusione della realtà come, di norma, avviene nell’universo dei fotogrammi in movimento.

Anticonformismo sperimentale in questo caso testimoniato non solo dalle sgrammaticature visuali e dal montaggio incoerente, ma anche e soprattutto dall’anarchia creata sul set per far sì che la lavorazione si concretizzi in assemblea politica permanente e seduta di autocritica; man mano che, in mezzo a dichiarazioni, proclami e riflessioni su sciopero, lotta di classe e repressione poliziesca, vediamo gli attori al trucco e la troupe compare in campo.

La stessa troupe con cui il regista – pronto ad annullarsi – condivide il destino di un film e di un cinema ancora tutto da fare, non essendone più il padrone e lasciando che i tecnici si approprino della scena.  sgrammaticature visuali  montaggio incoerente.

Un film utopico che deve conciliare spettacolo e ideologia e che è RaroVideo a rendere finalmente disponibile su supporto dvd… con interessante booklet a cura di Bruno Di Marino incluso nella confezione e tredici minuti di intervista all’esegeta godardiano Adriano Aprà nella sezione riservata ai contenuti speciali.

 

Francesco Lomuscio

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