L’avvocato di Robert De Niro invita Stefania Grassi a ritirare le accuse

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Thomas Harvey è l’avvocato a cui Robert De Niro ha affidato la replica alle accuse di plagio e truffa per aver “rubato” la sceneggiatura de L’uomo in frac di Stefania Grassi e averla usata per produrre ed interpretare il cortometraggio Ellis.

A quanto pare, l’attore non ha mai letto né ricevuto il lavoro della sceneggiatrice italiana, ma ammette che quelle pagine sono state per mesi nelle mani di Peter Grant e Josh Lieberman, rispettivamente consulente legale e manager del divo di Hollywood.

Per il suo L’uomo in frac, la donna si era rivolta prima a Danilo Mezzetti (in arte Mattei), ex attore e amico di De Niro, oltre che suo sedicente manager in Italia, aveva versato seimila dollari sul suo conto, aveva ricevuto da lui email incoraggianti e inoltri dei messaggi di posta elettronica che lo stesso aveva scambiato con De Niro (o con un indirizzo che non appartiene all’attore, secondo la versione dei suoi rappresentanti), prima di vederlo sparire nel nulla. Poi, aveva contattato in proprio il manager e il consulente dell’attore inviando a loro la sua sceneggiatura e vi sono stati mesi di corrispondenza, prima che Liberman tagliasse i rapporti dicendole che non erano più interessati al progetto.

Alla fine di settembre, però, il trailer di Ellis ha fatto capire quanto fosse simile a L’uomo in frac, così la Grassi ha deciso di diffidare la Tribeca dalla proiezione e diffusione dell’opera e di sporgere querela contro De Niro e la sua casa di produzione.

Harvey invita la sceneggiatrice e gli avvocati Simone Bodio ed Enrico Clerici a ritirare le loro accuse, ma loro hanno già pronta la risposta, come spiega il secondo: «A nostro avviso il contenuto del messaggio di Harvey è contraddittorio; com’è possibile che De Niro, attore e fondatore della Tribeca, non abbia ricevuto una sceneggiatura che il suo staff aveva in mano da mesi?

Persino il rapporto d’amicizia tra De Niro e Mattei, più volte confermato da entrambe le parti anche in interviste pubbliche, fa pensare che l’attore abbia ricevuto la sceneggiatura.

Inoltre, Harvey risponde solo per De Niro, non per la Tribeca o Jane Rosenthal, socia dell’attore e produttrice con lui di Ellis. Nella nostra lettera spieghiamo che per noi si tratta di una difesa molto debole e ci diciamo disposti a un’eventuale transazione a patto di ottenere contestualmente scuse formali e il riconoscimento della proprietà intellettuale della sceneggiatura per Stefania Rossella Grassi. È molto probabile che non accada, quasi sicuramente loro non riconosceranno nulla, e noi andremo avanti nelle sede opportuni, portando la causa in un tribunale italiano».

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