“Tusk”, l’inedito horror con Johnny Depp in blu-ray

Tusk

Sui grandi schermi italiani abbiamo avuto modo di vederlo soltanto presso l’edizione 2014 del Festival internazionale del Film di Roma, dove ha provveduto a shockare e disturbare pubblico e critica.
Fortunatamente reso disponibile su supporto blu-ray tricolore da Sony pictures Home Entertainment, “Tusk”, secondo horror – dopo il “Red State” del 2011 – diretto dall’eclettico Kevin Smith (autore di “Clerks – Commessi” e “Zach & Miri – Amore a… primo sesso”, per intenderci), pone il Justin Long di “Jeepers creepers – Il canto del diavolo” nei panni dell’incosciente podcaster americano Wallace Bryton, il quale si avventura nel territorio più selvaggio del Canada per intervistare Howard Howe, ovvero il Michael Parks dei due “Kill Bill”.
L’Howard Howe che, a quanto pare anziano dal passato incredibile, nasconde, in realtà, un oscuro segreto destinato a segnare per sempre l’esistenza del ragazzo; la cui fidanzata Ally alias Genesis Rodriguez lo attende a casa, come pure il collega di lavoro Teddy, interpretato dall’Haley Joel Osment che concesse anima e corpo al bambino protagonista de “Il sesto senso – The sixth sense”.
Perché, se in un primo momento la visione si concentra su un intenso confronto verbale tra i due, non si attende molto per assistere a raccapriccianti interventi sul corpo atti a generare creature che non avrebbero certo sfigurato in un “Basket case” di Frank Henenlotter; man mano che viene citato verbalmente il coeniano “Il grande Lebowski” e che fa la sua entrata in scena Johnny Depp nel ruolo del bizzarro poliziotto Guy Lapointe.
Del resto, sebbene ci troviamo in ambito horror, non sono affatto toni da commedia a risultare assenti; mentre, su lenti ritmi di narrazione, passato e presente si alternano tra loro per condurre – non senza una indispensabile spruzzata di splatter – ad un triste e tutt’altro che banale epilogo che, maggiore pregio dell’operazione, mira in maniera evidente a sfoderare una intelligente allegoria morale relativa alla bestialità che i comuni mortali lasciano progressivamente emergere nel perdere l’innocenza e, spesso, l’umanità.
Con una nutrita sezione extra che, al di là del commento audio del regista e di un filmato di ventiquattro minuti tramite cui ripercorre la sua ventennale carriera, offre due scene eliminate, un making of diviso in dodici parti, un podcast animato e circa mezz’ora riguardante la trasmissione radiofonica dove la pellicola ha avuto origine.

Francesco Lomuscio

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