Mustang riscopre in dvd “Copkiller” di Faenza

Copkiller

Il sottotitolo è “L’assassino dei poliziotti”, ma, pur includendo nel cast il Leonard Mann (al secolo Leonardo Manzella) de “La polizia interviene: ordine di uccidere!” e “La malavita attacca. La polizia risponde” e vedendo alla regia l’italianissimo Roberto Faenza in seguito dedicatosi a titoli più rassicuranti quali “Jona che visse nella balena” e “Un giorno questo dolore ti sarà utile”, non rientra affatto nel filone dei poliziotteschi d’azione che hanno provveduto ad elevare a vere e proprie star del movimento su asfalto rovente nomi del calibro di Maurizio Merli e Luc Merenda.
Datato 1983 e riscoperto su supporto dvd da Mustang Entertainment, infatti, “Copkiller” parte dal romanzo “The order of death” di Hugh Fleetwood (anche co-sceneggiatore del film insieme a Ennio De Concini e allo stesso regista) per concretizzare su celluloide un thriller psicologico a tinte noir che, attingendo in maniera evidente dai primi lavori di Abel Ferrara, ne anticipa non poco il suo “Il cattivo tenente”, interpretato nove anni dopo dallo stesso Harvey Keitel qui protagonista.
Un Harvey Keitel impegnato in questo caso a vestire i panni del tenente Fred O’Connor; il quale, incaricato di indagare su un misterioso assassino che, usando un coltello da cucina, ha sterminato a New York sei poliziotti della Squadra Narcotici, non solo considera deboli e drogati alla stregua di delinquenti che vanno puniti senza provare rimorso ad approfittare di loro e farsi corrompere, ma, insieme all’amico e collega Bob (il già citato Mann), ha anche investito segretamente i soldi illeciti in un lussuoso appartamento.
Medesimo appartamento in cui, un giorno, si presenta Leo, giovane psicopatico, erede di una grande fortuna, cui concede anima e corpo il John Lydon meglio conosciuto come Johnny Rotten, voce della band punk britannica dei Sex pistols.
Ed è proprio la convincente prova di quest’ultimo a rientrare tra i maggiori pregi dell’operazione, musicata dal grandissimo Ennio Morricone e comprendente tra gli attori la compianta Sylvia Sidney che fece la sua ultima apparizione sul grande schermo all’interno del burtoniano “Mars attacks!”.
Con il politically correct messo innovativamente e coraggiosamente da parte, man mano che i vertici della polizia finiscono accusati di corruzione dalla stampa e che la tensione si costruisce in maniera efficace su lunghi silenzi e tempi dilatati… quasi precedendo, in un certo senso, alcuni aspetti della cifra stilistica di Michael”Miami Vice”Mann.

Francesco Lomuscio

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