Finalmente in home video “I racconti della luna pallida di agosto”

I racconti della luna pallida di agosto

Candidato al premio Oscar nel 1956 nella categoria relativa ai migliori costumi e già vincitore tre anni prima del Leone d’argento presso il Festival di Venezia, è senza alcun dubbio uno dei maggiormente celebrati lavori del cineasta giapponese Kenji Mizoguchi, autore di Utamaro e le sue cinque mogli e La strada della vergogna.
Ispirato a L’albergo di Asaji e La lubricità del serpente di Ueda Akinari, dopo anni di latitanza nel mercato dell’home video italiano, I racconti della luna pallida di agosto rivive finalmente su supporto dvd grazie a Sinister Film, che lo rende disponibile con trailer cinematografico quale contenuto speciale all’interno della sua collana Classici ritrovati.
Datato 1953 e considerato dalla critica tra i capolavori della Settima arte sfornata dal Sol Levante, si svolge nel Giappone medievale del XVI secolo sconvolto dalle lotte feudali, dove, pur di diventare samurai, un contadino spinge la moglie alla prostituzione; mentre un vasaio viene sequestrato da una misteriosa principessa che dice di amarlo.
Da qui, con un magnifico bianco e nero fotografato da Kazuo Miyagawa, le tematiche della guerra, dell’amore, della famiglia e dell’ambizione vengono intrecciate non senza una certa dimensione fantastica (piuttosto suggestiva la sequenza notturna della barca in mezzo alla nebbia) per stabilire quale sarà il destino di ciascun personaggio.
E sono, ovviamente, sia le sconfitte che i loro successi a scandire la oltre ora e mezza di visione, impregnata della tanto elegante quanto raffinata poetica mizoguchiana, qui sospesa tra arte e vita, realtà e bellezza, menzogna e apparenza con l’evidente fine di inscenare una illusoria ricerca della felicità e, allo stesso tempo, delineare uno studio su celluloide relativo alla condizione femminile.
Perché, impreziosito da una struttura narrativa decisamente forte, è proprio due donne che finisce per rendere protagoniste la pellicola… ma non aggiungiamo altro per non rovinare a coloro che non hanno ancora avuto modo di goderne il piacere di riscoprire un titolo che ha rappresentato una vera e propria rarità cinematografica per troppo tempo.
I collezionisti non dovranno perderlo.

Francesco Lomuscio

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