Edizione speciale a due dvd per “Il Pap’occhio” di Arbore

Il Pap'occhio

Esordio dietro la macchina da presa per il musicista Renzo Arbore, il quale coinvolse come interpreti tutti coloro che avevano partecipato nella seconda metà degli anni Settanta al celebre programma televisivo “L’altra domenica”, “Il Pap’occhio” venne distribuito nelle sale cinematografiche nel 1980, ma sequestrato poco dopo con l’accusa di vilipendio della religione cattolica in tutto il territorio nazionale.
Episodio che non proibì comunque alla pellicola di riscuotere notevole successo durante la sua breve permanenza sullo schermo; tanto che, ad oltre trent’anni di distanza, fanno ancora discutere quei novantadue minuti di visione in cui lo stesso Arbore, affiancato dalla propria compagnia di comici e musicisti, viene incaricato dal Papa incarnato da Manfred Freyberger di inaugurare l’emittente Tele Vaticano.
Novantadue minuti di visione che rieditati nel 1985 e, con qualche scena in meno, nel 1998 da Giovanni Di Clemente, vengono ora resi disponibili su supporto dvd da Mustang Entertainment tramite una edizione da collezione costituita da due dischi.
Il primo, ovviamente, offre il film, ovvero uno dei più assurdi e anarchici prodotti di celluloide – debitore in maniera evidente nei confronti di Federico Fellini – partoriti nello stivale tricolore, tempestato di associazioni verbali tra Craxi e Buddha e che, oltre a Diego Abatantuono, Milly Carlucci nei panni di una suora e le Sorelle Bandiera, coinvolge addirittura Martin Scorsese nel ruolo di un regista televisivo; ma anche lo speciale “Quel Pap’occhio di 30 anni fa”, documentario a cura di Fabrizio Corallo per la regia di Luca Nannini che, in più di un’ora di assemblaggio, raccoglie divertenti aneddoti relativi alla lavorazione dalle bocche del direttore della fotografia Luciano Tovoli, del giornalista Michele Serra, dello stesso Arbore e del cast, comprendente Isabella Rossellini, Mariangela Melato e Luciano De Crescenzo.
Il secondo, invece, è interamente riservato a “Il resto del Pap’occhio”, cinquantasei minuti atti a raccogliere tutte le battute e le gag che, per motivi di durata, sono state escluse dal lungometraggio.
Ed è qui che, oltre ad una grottesca esperienza del già citato Corallo nelle mani di un barbiere, potete trovare, tra l’altro, assurde imitazioni di Milva, Ornella Vanoni e Patty Pravo, una coppia di anziani impegnata ad eseguire maldestramente “Bang bang” di Sonny e Cher e, soprattutto, un lungo monologo di Roberto Benigni riguardante la spiegazione del peccato originale.
Da collezione.

Francesco Lomuscio

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