Diretto nel 2010 da Jorge Michel Grau, “Somos lo que hay” partiva da due poliziotti impegnati ad indagare su alcuni casi di persone scomparse, mentre portava in scena una tutt’altro che raccomandabile famiglia che, costituita da due fratelli, una sorella e la madre dei tre, aveva appena perduto il padre, ritrovato morto.
Mai distribuito nelle sale cinematografiche italiane, il lungometraggio, che ha potuto godere, nel nostro paese, soltanto di alcuni passaggi televisivi con il titolo “Siamo quello che mangiamo”, è stato oggetto nel 2013 del rifacimento, “We are what we are”, co-prodotto da Stati Uniti e Francia per la regia di Jim Mickle, già autore dello zombie movie “Stake land” e dell’inedito con uomini ratto “Mulberry St”.
Anche in questo caso abbiamo le autorità impegnate a far luce sui segreti di un nucleo familiare apparentemente unito e felice, ma che ha sempre avuto pochi contatti con gli altri concittadini e il cui rigido e intransigente patriarca Frank alias Bill Sage è determinato a preservare le proprie tradizioni ancestrali.
Perché, con il tarantiniano Michael Parks di “Kill Bill volume 1 e 2” e la veterana Kelly”Top gun”McGillis inclusi nel cast, la differenza principale tra questo remake e la pellicola da cui prende le mosse risiede nel fatto che le protagoniste sono le sorelle Iris e Rose – rispettivamente interpretate da Ambyr Childers e Julia Garner – e non più due fratelli, oltretutto rimaste stavolta orfane della loro genitrice.
Sorelle che, di conseguenza, malgrado la giovane età si trovano costrette ad assumersi le loro responsabilità; man mano che la tensione sale e che l’insieme, proprio come avveniva nel capostipite, viene costruito su lenti ritmi di narrazione.
Fino alla sua parte conclusiva (la più tesa), ma senza dimenticare delitti eseguiti tramite l’uso di una vanga e morsi al sangue.
È Koch Media a renderlo disponibile su supporto dvd, corredato di sezione extra costituita da trailer originale e tre brevi clip con interviste al già citato Sage ed al regista; il quale spiega la sua intenzione di concepire un horror dal sapore anni Settanta con protagoniste femminili alla “Picnic ad Hanging Rock” di Peter Weir e capace di dare la sensazione di un film bizzarro alla maniera di David Lynch.
Francesco Lomuscio