“Per un pugno di dollari” ri-restaurato?

per-un-pugno-di-dollariNella società dell’“evento” è non più sufficiente presentare un capolavoro del passato. Bisogna costruirci attorno una “notizia”, il film, per lo meno, dev’essere stato appena restaurato.
E se non avesse bisogno di restauro? E se fosse già stato restaurato? Non ha importanza: la frenesia dello scoop non ha memoria.
Come spesso accade, anche “Per un pugno di dollari” è ora stato “ri-restaurato” dalla Cineteca di Bologna per una presentazione al Festival di Cannes.
Oltre alle ovvie considerazioni sull’utilizzo di fondi pubblici per “salvare” film che sono già stati da tempo salvati, a scapito di altri che garantiscono minore attenzione dei media, resta il fatto che il capolavoro di Sergio Leone, restaurato da Ripley’s Film e Centro sperimentale di cinematografia – Cineteca nazionale è già stato presentato in apertura della sessantaquattresima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, nel 2007, con notevole risalto sui mezzi di informazione.
Con la differenza che, allora, le lavorazioni furono effettuate in modo filologico su pellicola, e cioè rispettando non soltanto il contenuto dell’opera, ma anche il supporto su cui è stata realizzata all’origine, come è obbligatorio fare per le opere d’arte.
Sarebbe dunque interessante mostrare insieme ora i due restauri, per comparare i risultati alla luce della sola verifica incontrovertibile: l’occhio dello spettatore.
Il restauro di “Per un pugno di dollari” del 2007 ricostruisce la versione cinematografica originale distribuita nel 1964, che nei titoli di testa proponeva il cast artistico e tecnico utilizzando gli pseudonimi americani, per cui Gian Maria Volonté diventava John Wells, Sergio Leone: Bob Robertson, Ennio Morricone: Don Savio.
I titoli di testa e coda originali, a seguito delle riedizioni successive furono poi sostituiti con altri riportanti i veri nomi del cast tecnico artistico.
Si è inoltre provveduto alla ricostruzione dell’ultima sequenza del film, e al reintegro di uno splendido primo piano, che era andato perduto, di  Joe (Clint Eastwood) mentre osserva Ramon (Gian Maria Volonté) e i suoi uomini infierire sul malcapitato padrone del saloon.
L’intervento di recupero filologico ha interessato la qualità visiva delle immagini e del sonoro originale ricostruendo, con la collaborazione del Maestro Ennio Morricone, parti dell’originale colonna musicale, poi rimaneggiata nelle successive riedizioni.
Con un paziente lavoro tecnico, e dopo essere passati per numerosi test di prova, si è potuto ottenere una riproduzione pressoché fedele della qualità fotografica e sonora del film. In particolare, grazie alla sperimentazione di pellicole negative e positive Fuji di nuova concezione, è stato possibile saturare la resa cromatica del film riproponendo al pubblico l’originale bellezza fotografica.

Il restauro delle immagini

Il restauro di “Per un pugno di dollari” è il primo caso italiano di un restauro integrale realizzato con tecnologie digitali d’avanguardia in risoluzione 2K (ancora oggi da considerarsi ottimale in rapporto all’informazione fotografica contenuta nei fotogrammi del formato 2P) e l’utilizzo di pellicole (Digital Intermediate Fuji 8511 RDI e Positivo Fuji 3521 XD – Extended Density), appositamente studiate per il restauro digitale, la resa ottimale dei colori e per ottenere la risoluzione, necessaria a garantire un trasferimento più fedele possibile delle immagini del film sul nuovo negativo pellicola e riproporre la spettacolare resa fotografica dell’originale.
Tutto ciò grazie a due anni di test che hanno visto la collaborazione tecnica di Ripley’s Film, Centro sperimentale di cinematografia – Cineteca nazionale, Digital Film Lab e Fuji, per strutturarsi poi in un progetto di partnership tra Centro sperimentale di cinematografia – Cineteca nazionale, Ripley’s Film, Unidis Jolly Film e Sky Cinema.
Il film è originariamente girato in formato panoramico 35mm Techniscope comunemente detto 2P (perché il fotogramma occupa soltanto lo spazio tra due perforazioni della pellicola) – un desueto sistema che per risparmiare, divideva in due immagini i fotogrammi di negativo 35mm, che veniva poi “gonfiato” in Cinemascope in fase di stampa delle copie positive: tanto da potersi dire che il western all’italiana diventa grande utilizzando un “cinemascope all’italiana”.
Il negativo originale del film presentava dunque gravi danni a causa di problemi tecnici in fase di sviluppo e delle numerose ristampe per le successive riedizioni cinematografiche, compresa quella in 70mm dei primi anni Settanta. Trattandosi di danni presenti sulla gelatina dell’immagine e dovendo intervenire su fotogrammi così piccoli, non era possibile intervenire adeguatamente se non con tecnologie digitali che permettessero di scansionare e trasferire su memorie digitali in alta risoluzione, tutti i 144.453 fotogrammi del film sottoponendoli a un minuzioso intervento di riparazione e pulizia.
Particolare cura è stata prestata alla resa cromatica delle immagini – ottenuta grazie alla scelta di operare con una risoluzione digitale 2K (che ha raddoppiato tempi e costi del restauro)  e con l’impiego delle pellicole sperimentali negative e positive che hanno permesso di saturare i colori e riprodurre, in maniera pressoché fedele, il fascino dei colori originali, in special modo dei rossi e dei neri, delle copie stampate e distribuite nel 1964.
Come per il restauro degli affreschi o dei dipinti, si è proceduto al “distacco” digitale delle immagini dei 144.453 fotogrammi del  negativo (l’“originale” di quella particolare opera d’arte che è il film), ripulendo la patina e riparando i danni, restaurandole e trasferendole su un nuovo negativo che manterrà intatta nel tempo l’originaria bellezza e spettacolarità, e consentirà di realizzare successive copie del film fedeli all’originale.

Il restauro della colonna sonora

Il restauro della colonna sonora di “Per un pugno di dollari” ha presentato problemi altrettanto complessi. La perdita dei magnetici originali della versione italiana che sopravviveva grazie ad un negativo colonna rimaneggiato e utilizzato a più riprese nelle riedizioni, di qualità ottica e sonora piuttosto bassa a causa delle tecnologie d’epoca, ha reso necessario verificare tutti i materiali sonori ancora esistenti. In particolare, per permettere al pubblico di godere nuovamente della splendida colonna sonora del Maestro Ennio Morricone e del mix originario, sono stati utilizzati, oltre al negativo ottico della colonna, due set di colonne magnetiche preparate per le edizioni estere del film, e gli stereofonici originali delle musiche realizzati dalla RCA e conservati in Germania dalla BMG.
Il processo di restauro, ulteriormente complicato dalla scoperta di sostanziali differenze tra le colonne sonore sopravvissute del film si è risolto solo grazie all’analisi comparativa delle varie versioni con il sonoro di una copia originale del 1964, il che ha obbligato a un complesso lavoro di recupero filologico attraverso una vera e propria ricostruzione, scena per scena, del sonoro originale. Tutti gli elementi sonori sono stati sottoposti a verifica e preparati, poi  puliti e restaurati e infine “rimontati” ed equalizzati, da due montatori e di due ingegneri del suono che hanno prestato la loro esperienza e la loro opera per oltre due mesi.
Il restauro digitale della colonna sonora è stato realizzato grazie all’intervento congiunto di tecnici italiani e francesi ed è stato finalizzato presso il laboratorio francese Le Diapason.

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