ROMA – Otto anni di carcere, per avere costretto la sua compagna a subire ogni tipo di violenza, di vessazione, di umiliazione. Per averla marchiata a fuoco come un animale, per averle spento mozziconi di sigaretta sulla pelle, per averla ammanettata a una panca da boby building prima di frustarla, violentarla, insultarla. Otto anni di carcere è la condanna che il pubblico ministero Maria Bice Barborini ha chiesto per Vittorio Vannutelli, 46 anni, attore teatrale con qualche apparizione di rilievo in fiction televisive come ”La Squadra”, arrestato nel marzo del 2011 con l’accusa di violenza sessuale, lesioni e stalking nei confronti della sua ex fidanzata. Ora, sarà il giudice a decidere, il prossimo 17 aprile.
L’inchiesta era scattata subito dopo la denuncia della ragazza, una trentenne abruzzese, che aveva raccontato agli agenti del commissariato di Monteverde una storia di passione, perversione e brutalità dai contorni agghiaccianti. Era stata fidanzata con Vannutelli per pochi mesi, ma lui, folle di gelosia e spinto dal desiderio di sperimentare pratiche erotiche sempre più estreme, l’ avrebbe costretta a vivere in un vero e proprio inferno.
LA DENUNCIA
Il racconto della donna inizia dal dicembre del 2010. Vannutelli è convinto che la fidanzata lo tradisca e la costringe a subire una ”punizione erotica”: immobilizza la trentenne legandole i polsi a una panca da palestra e poi la massacra di botte, con una frusta. La insulta, le spegne una sigaretta sulla schiena, la obbliga a consumare un rapporto sessuale e riprende tutta la scena con una telecamera. ”Dal video emerge chiaramente che ad un certo punto la vittima non è consenziente: si tratta di violenza”, spiega il pm. L’apice della perversione, però, viene raggiunto il 26 febbraio del 2011.
LE SEVIZIE
L’attore estorce alla compagna la confessione di presunti tradimenti, dopo averle distrutto il corpo con calci, pugni e schiaffi. Quindi, decide di castigarla e la percuote con un’asta di legno. I colpi sono talmente forti che il bastone finisce in pezzi. Poi, marchia la donna con un ferro reso incandescente dalla fiamma di un accendino e modellato a forma di ”v”, procurandole un’ustione di secondo grado.
Dal maggio del 2010 fino al settembre dell’anno successivo, inoltre, Vannutelli avrebbe costretto la ragazza a vivere in ”uno stato di ansia e di paura”, si legge nel capo di imputazione. L’attore, infatti, avrebbe tentato di controllare in modo ossessivo la vita della compagna, minacciando di ucciderla, obbligandola a comunicargli ogni tipo di spostamento, vietandole di incontrare gli amici, costringendola a rivelargli le password di Facebook e della mail in modo da poter monitorare ogni sua comunicazione.
LA PERQUISIZIONE
All’epoca dell’arresto, il racconto della ragazza aveva trovato riscontro durante una perquisizione presso l’abitazione di Vannutelli: all’interno dell’appartamento gli agenti avevano trovato la panca a cui la donna aveva raccontato di essere stata ammanettata, il ferro con cui l’attore l’avrebbe sfregiata e, soprattutto, la videocassetta su cui l’imputato aveva registrato ogni istante di quella violenza. Come se non bastasse, sul computer di Vannutelli era stato trovato anche diverso materiale pedopornografico.
Fonte: IlMattino.it