ANTEPRIMA, ‘Pacific Rim’ di Guglielmo Del Toro

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PACIFIC RIM GUGLIELMO DEL TORO / ROMA – I Kaiju sono degli immensi mostri che hanno invaso la terra emergendo da un portale interdimensionale posizionato  sul fondo dell’Oceano Pacifico. L’uomo ha così creato dei robot giganti per fronteggiarli e proteggere la terra: i Jaegers. Non voglio dirvi altro sulla trama di questo immenso kolossal che Del Toro ha preferito dirigere a discapito de Lo Hobbit. Ci troviamo di fronte a un’opera matura e diversa da quanto ci si può aspettare prima di vederla. Sono infatti molti i temi scottanti che il regista messicano ha toccato o solamente sfiorato. Principale spunto di riflessione è la distanza tra l’egocentrismo iper-razionale dell’uomo a dispetto di un istinto non solo selvaggio della natura ferina. Sottolineo non solo selvaggio per specificare che questi enormi mostri provenienti dalla tradizione giapponese hanno un proprio disegno comune. L’uomo si è visto costretto nel creare questi immensi robot, unico modo per fronteggiare i mostri che hanno invaso il suo pianeta. I Jaegers sono guidati da due uomini collegati tra loro da un ponte neurale, questo fa sì che i due debbano essere in perfetta sintonia e sincronia se vogliono comandare la struttura possente degli uomini di ferro. Questo invita ancor di piu’a una riflessione profonda sull’uomo e sulla sua voglia di collaborare con la sua specie. Si evince una critica pesante e una parodia di quelli che sono gli eccessivi egocentrismi della nostra specie, anzi sotto alcuni punti di vista i Kaiju sanno essere sicuramente piu’ organizzati e solidali tra di loro di noi.Questo si può notare tranquillamente dal rapporto scontroso tra il nostro protagonista e il giovane pilota di Jaegers, che addirittura vengono alle mani invece di collaborare. Ne rimane uno spaccato interessante e profondo di quello che è la specie umana, soprattutto in momenti difficili come quello degli alieni.

Abbattuto definitivamente il fenomeno Transformers, Del Toro rendere reale il sogno di un’intera generazione di vedersi muovere sugli schermi dei Mazinga, Goldrake o che dir si voglia, pronti a dare battaglia a un’attualizzazione profonda del mito di Godzilla. Notevole la colonna sonora diretta dal bravissimo Ramin Djawadi. Unico neo risulta essere l’aspetto melenso di alcuni particolari di sceneggiatura di cui avremmo fatto volentieri a meno, come la morte del fratello del protagonista o la malattia misteriosa del comandante.

Di sicuro un film da promuovere e da vedere!

M.F.

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