Frankenstein Junior, il musical

image_1366021333591436Ci si chiederà perché scrivere di uno spettacolo teatrale in un luogo, seppur virtuale, deputato a parlare di cinema? Nel caso del musical Frankenstein Junior, adattamento del film omonimo portato in scena dalla Compagnia della Rancia bisogna per forza fare uno strappo alla regola. Molto c’è infatti dell’originale film di Mel Brooks in questo spettacolare e divertente musical che lo stesso Brooks ha tratto dal suo classico del 1975 , che poi è il suo capolavoro. E questo adattamento italiano che sta girando i teatri di tutto il paese e che, in questi ultimi giorni, è stato replicato al Politeama Genovese, gli rende assolutamente giustizia. Una regia in grande stile e in stato di grazia del grande Saverio Marconi ( con la regia associata di Marco Iacomelli ) che rispetta le atmosfere del film grazie anche a una scenografia di Gabriele Moreschi degna delle migliori produzioni, per la quale evidentemente non hanno badato a spese e che ci trasporta in una dimensione cinematografica, con cambi di scena difficilmente ritrovabili in altre produzioni teatrali. Le musiche di Mel Brooks sono orecchiabili e divertenti, e i testi tradotti da Franco Travaglio sono perfetti. Belle anche le luci di Valerio Tiberi, che rendono bene l’atmosfera, al pari dei trucchi di Carla Accoramboni. Per non parlare delle coreografie di Gillian Bruce, molto in stile Brodway, soprattutto nell’unica canzone non tradotta: Puttin’on the Ritz dove il mostro e il dottor Frankenstein ( ai quali poi si aggiungono anche Igor e Inga ) ballano uno scatenato tip tap, incredibilmente ben riuscito, considerato il fatto che entrambi gli attori non sono ballerini e uno dei due balla su delle altissime zeppe. Poche volte poi è stata così azzeccata la scelta del Cast, a partire dal Dottor Frankenstein, Giampiero Ingrassia, in una performance con tempi comici perfetti, dove dimostra tutte le sue capacità canore e attoriali non facendo assolutamente rimpiangere il grande Gene Wilder. Mauro Simone sembra nato per interpretare Igor ed è incredibile come reciti, canti e balli, stando sempre curvo e con la gobba. Convincenti anche Altea Russo nel ruolo di Frau Blücher e Valentina Gullace, nel ruolo di Inga. Una vera sorpresa risulta il baritono Fabrizio Corucci, cantante lirico prestato al musical che interpreta il mostro e, passatemi il gioco di parole, è un vero mostro di bravura che canta recita e balla sulle alte zeppe di cui abbiamo già parlato. Una piacevole conferma è Giulia Ottonello nei panni di Elisabeth, la fidanzata di Frankenstein. La Ottonello è veramente a suo agio in un ruolo dove può far valere, oltre alle sue incredibili doti canore e interpretative, una indubitabile verve comica e una presenza scenica che calamita gli occhi dello spettatore in ogni sua entrata. Divertenti e ben interpretati anche tutti i personaggi comprimari, a partire dall’ispettore Kemp. Interessanti sono anche le parti in cui lo spettacolo diventa quasi interattivo in una fusione tra attori e spettatori, come nella scena del tip tap dove si può dire che il pubblico del teatro prenda parte alla rappresentazione interpretando quello del paesino transilvano. I “tradizionali” saluti degli artisti alla fine della rappresentazione, risultano in questo caso tutt’altro che “tradizionali” ma gustosi e originali, e ci regalano un finale oltre il finale che il pubblico non si aspetta. In conclusione, un ottimo musical, sempre divertente, mai banale, recitato cantato e ballato in maniera impeccabile che non potrà essere che amato sia da chi non ha mai visto il film, sia da chi riconoscerà piacevolmente, tra una scena e l’altra, le battute storiche del capolavoro di Mel Brooks

Dario Pittaluga

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