Il documentario Fóra trionfa al festival di Copenaghen

Il documentario Fóra (Fuori) ha trionfato al festival dei documentari di Copenaghen, importante appuntamento scandinavo per gli amanti del cinema che proietta 200 film l’anno, conclusosi nella giornata dell’11 novembre. Xan Gómez  e Pablo Cayuela i registi galleghi  al debutto, che hanno girato il film con la sola sovvenzione pubblica di 16.000 euro, dopo due anni di ricerche sul tema. I registi, data la crisi del settore cinematografico in Spagna, hanno deciso di rivolgersi al festival di Copenaghen, consapevoli

Il documentario Fóra (Fuori) ha trionfato al festival dei documentari di Copenaghen, importante appuntamento scandinavo per gli amanti del cinema che proietta 200 film l’anno, conclusosi nella giornata dell’11 novembre. Xan Gómez  e Pablo Cayuela i registi galleghi  al debutto, che hanno girato il film con la sola sovvenzione pubblica di 16.000 euro, dopo due anni di ricerche sul tema. I registi, data la crisi del settore cinematografico in Spagna, hanno deciso di rivolgersi al festival di Copenaghen, consapevoli del prestigio da esso raggiunto nei suoi dieci anni di vita. Il documentario racconta la storia di un manicomio di Santiago che ha rivoluzionato la maniera di trattare i malati durante il regime franchista, abolendo l’uso delle camicie di forza e l’abuso di farmaci e permettendo ai malati di esprimersi tramite la musica e l’arte. Quando il regime scoprì i cambiamenti apportati dai medici asturiani licenziò in blocco tutti i responsabili. Nonostante tali provvedimenti, questi cambiamenti gettarono le basi per un rinnovamento radicale della psichiatria in Spagna. Varie le fonti cui i registi hanno attinto, tra cui anche le testimonianze dirette dei medici e dei lavoratori del centro e un diario personale di un paziente. Così si è espresso Cayuela sulla scelta dell’argomento: “Se ci ha colpito questo luogo, teoricamente slegato dall’ambiente circostante, è perché il contesto ha finito per influenzarlo. Nel resto della società si percepiva la stessa volontà di cambiamento.” “Conxo dimostra che non esiste nessuno spazio immune alle trasformazioni sociali, ai processi storici e alla lotta di classe” ha aggiunto Gómez. Niklas Engstrøm, organizzatore del festival, si è espresso così riguardo il documentario: “Ci ha subito interessato per la sua ricerca formale, la sua intelligenza e maturità, strana per due debuttanti”.

Sveva Valenti

del prestigio da esso raggiunto nei suoi dieci anni di vita. Il documentario racconta la storia di un manicomio di Santiago che ha rivoluzionato la maniera di trattare i malati durante il regime franchista, abolendo l’uso delle camicie di forza e l’abuso di farmaci e permettendo ai malati di esprimersi tramite la musica e l’arte. Quando il regime scoprì i cambiamenti apportati dai medici asturiani licenziò in blocco tutti i responsabili. Nonostante tali provvedimenti, questi cambiamenti gettarono le basi per un rinnovamento radicale della psichiatria in Spagna. Varie le fonti cui i registi hanno attinto, tra cui anche le testimonianze dirette dei medici e dei lavoratori del centro e un diario personale di un paziente. Così si è espresso Cayuela sulla scelta dell’argomento: “Se ci ha colpito questo luogo, teoricamente slegato dall’ambiente circostante, è perché il contesto ha finito per influenzarlo. Nel resto della società si percepiva la stessa volontà di cambiamento.” “Conxo dimostra che non esiste nessuno spazio immune alle trasformazioni sociali, ai processi storici e alla lotta di classe” ha aggiunto Gómez. Niklas Engstrøm, organizzatore del festival, si è espresso così riguardo il documentario: “Ci ha subito interessato per la sua ricerca formale, la sua intelligenza e maturità, strana per due debuttanti”.

Sveva Valenti

Impostazioni privacy