In sala: L’epico gangster movie “C’era una volta in America”

Una pellicola epica del grande maestro Sergio Leone, tra flashback continui e colpi di scena in serie, in un’ America degli anni trenta, ai tempi del proibizionismo. Narra la storia di un gruppo di ragazzini, facenti parte di un quartiere ebraico di New York, che si ribellano al loro destino che li vedeva vivere in povertà. David Aaronson “Noodles” (nella parte adulta, interpretato da un epico Robert De Niro), innamorato dell’aspirante ballerina Deborah (interpretata da una quattordicenne Jennifer Connelly) e Max  Bercovicz (un inappuntabile James Woods), cercano di prendere possesso del giro della malavita, coalizzandosi con gli altri loro amici Patsy (James Hyden), Cockeye (William Forsythe) e Dominic (Noah Moazezi), per soppiantare la leadership del Boss Bugsy (James Russo).
Mettono in atto un marchingenio che gli permette di recuperare delle casse di whisky, facendosi beffa della polizia, che poi venderanno per ricavarci un’ingente somma di denaro. E decidono che metà guadagno debba andare in una cassa comune. La crescita di potere della banda, si fa sempre più difficile da contrastare per Bugsy, che cerca di eliminarli, ma in una colluttazione sanguinosa (dove perde la vita il povero Dominic) lui stessso viene ucciso da Noodles. Quest’ ultimo preso da un’ira accecante, per aver visto l’amico morire sotto i suoi occhi, si attarda nello sferrare pugnalate, e viene catturato dalla polizia. Dopo aver scontato 10 anni di carcere, torna a far parte del gruppo, dove ormai Max ha preso in mano le redini dell’organizzazione. Festeggiano così il suo ritorno nel loro locale, brindando con fiumi di alcool.
Poi, sotto commissione di un potente gangster, Frankie Monaldi (Joe Pesci), svaligiano una gioielleria, dove Noodles approffitta per violentare la proprietaria Carol (Tuesday Weld). Successivamente, qualcosa va storto, poichè  David è stufo degli accordi sottobanco di Max, con altri malavitosi, rivangandogli il  “patto” di non dover prendere ordini da nessuno. In seguito violenta la sua Deborah (da grande, impersonata da Elizabeth Mc Govern), poichè le comunica che ha deciso di lasciarlo per intraprendere la sua carriera artistica.
La banda arriva addirittura a ricattare il capo della polizia (Danny Aiello), ma gli affari si complicano sempre di più. Perchè Max decide di tentare l’assalto alla Federal Reserve, con il parere contrario del suo amico, e della gioielliera Carol, che nel frattempo era diventata la sua ragazza. Qualcosa andrà storto e Patsy, Cockeye e Max rimangono vittime di una sparatoria, allora Noodles si rifugia in un locale cinese fumando dell’ oppio. Poi inseguito da alcuni sicari, che l’avevano scovato, riesce a fuggire e  farne fuori uno. Quindi si reca alla stazione (in direzione Buffalo), dove spera di trovare in una cassetta di sicurezza, dei risparmi, ma in realtà trova solo giornali, allora parte e sparisce per circa 35 anni. Chi gli avrà fatto questo “scherzo”?
Quando torna, ormai visibilmente invecchiato, va nel bar del suo vecchio amico Fat Moe (Mike Monetti), con cui si confronta su una strana lettera che i due hanno ricevuto sulla sepoltura dei corpi degli amici, e notano che c’è qualcosa di strano. Finalmente grazie alle indicazioni di un personaggio misterioso, riesce a impossessarsi del denaro tanto agognato. E quando riceve un invito dal senatore Bailey, che è investito da un’inchiesta per corruzione, i tasselli del mosaico iniziano a ricomporsi, Noodles viene a sapere che Deborah, la sua tanto amata, ora è la moglie del politico. Ma quale altro segreto dovrà ancora scoprire?
Lasciamo a voi l’immaginazione e v’invitiamo ad andare a vedere questo capolavoro, che con le centrate musiche di un Ennio Morricone da Oscar (non lo vinse per problemi di distribuzione) e sotto le note finali di “God Bless America”, riporta a un atmosfera d’altri tempi. Noi ve lo abbiamo raccontato in ordine cronologico, così come venne distribuito negli Stati Uniti, ma in Italia lo abbiamo visto e lo vedremo, anche nella versione ristrutturata, con gli spazi temporali che disorientano lo spettatore,  così come desiderò fin dall’uscita il mitico regista.

Diego Pedullà

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